Le inchieste giornalistiche costano, e chi le finanzia?

Le inchieste giornalistiche costano, e chi le finanzia?

Vicenza, 19 agosto 2022 – I casi che abbiamo sotto mano in Veneto e Triveneto e che hanno destato grande scalpore e soprattutto grave danno alla popolazione e all’ambiente lo dimostrano: il giornalismo di inchiesta non produce profitti e quindi le grandi testate giornalistiche gestite da società di capitale sono titubanti nell’investire e rischiare. E chi lo fa, il servizio pubblico (la RAI), subisce le pressioni pesanti e quasi illecite delle lobby di potere (sempre e comunque inopportune). Probabilmente è un grande limite del giornalismo italiano quello di avere poche voci libere e troppe redazioni con uno o più “padroni” che invitano a minimizzare e a volte a censurare certi servizi e articoli. Addirittura vi sono “redazioni” e “giornalisti” che si auto-censurano omettendo parti di verità, quasi fossero degli uffici comunicazione aziendali o politici … Un giornalista per un comportamento del genere dovrebbe essere punito severamente. E invece viene emarginato ed escluso chi racconta la verità nell’interesse pubblico come dovrebbe avvenire!

Il caso dell’inquinamento da PFAS provocato dal sito produttivo della Miteni di Trissino è arrivato alla ribalta dopo aver accumulato danni a persone e al territorio talmente gravi da dover far investire decine e forse centinaia di milioni di euro agli enti pubblici (Regione, enti acquedottistici, enti di bonifica, …) per contenere e risolvere i problemi causati nel tempo. Ora tutti i media ne parlano, ma il danno è fatto e una multinazionale si è arricchita consumando il nostro territorio e a scapito della salute di una bella fetta di popolazione veneta (circa 400mila persone!).

Qualche anno fa in Alto Adige per denunciare l’eccessivo utilizzo di prodotti chimici nella coltivazione delle mele in Val Venosta era intervenuto un editore di Monaco di Baviera (con l’istant book “Il Miracolo di Malles”): altrimenti non sarebbe uscito nulla dai media italiani, che fortunatamente hanno rimediato con la cronaca giudiziaria, ma in zona Cesarini. Quante persone si sono cibate di quelle belle mele cariche di prodotti chimici? che si sa ora della loro salute?

Il caso della Safond Martini e dei fanghi delle fonderie che sono stati “dimenticati” in deposito sopra la falda a Montecchio Precalcino (che ricarica gli acquedotti di due capoluoghi veneti, Vicenza e Padova) è giunto alla ribalta grazie ad una nostra inchiesta firmata da Marco Milioni e autofinanziata. Da un anno la vicenda si è sbloccata e i media locali ne seguono l’iter burocratico per la bonifica (anche qui la collettività pagherà 9 milioni di euro! e intanto qualcuno si è arricchito).
Ripeto: l’inchiesta ben realizzata è stata da noi autofinanziata! Lo stesso metodo lo abbiamo applicato al clamoroso e assurdo caso della paventata cementificazione a Passo Giau tra Agordo e Cortina che si accompagna a troppi progetti che consumano suolo e intaccano il paesaggio e l’ambiente delle Dolomiti in modo irreversibile. Il tutto in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Speriamo che i progetti restino sulla carta e che sia realizzato solo il necessario pensando a “ricostruire sul costruito” nei limiti delle cubature esistenti.

Abbiamo messo in atto delle buone iniziative giornalistiche, come le hanno definite tanti nostri lettori; purtroppo sono molto rare (una o due all’anno) perché i giornalisti che lavorano e pubblicano con Lineanews.it “hanno da campare”.

L’ESEMPIO DELL’INCHIESTA DELLA TV BELGA SUI PFAS NEL SANGUE DELLA POPOLAZIONE DI SPINETTA DI MARENGO

Per capirci maggiormente veniamo all’esempio dell’inchiesta della tv belga a Spinetta di Marengo, altro caso di inquinamento da Pfas causato dalla Solvay: siamo in provincia di Alessandria. Un’inchiesta che sarà messa in onda in autunno. Ci vogliono risorse e tanto tempo per produrre inchieste di questa levatura e per ragioni di interesse “produttivo” gli editori tradizionali presenti nel nostro paese (escluso il servizio pubblico della RAI) non hanno interesse a intraprendere e finanziare. Noi abbiamo deciso di farlo alimentando e facendoci sostenere da una community fatta di persone, semplici cittadini e enti del privato sociale. Ci piacerebbe che un giorno anche aziende e gruppi industriali possano finanziarci senza nulla pretendere in cambio se non il servizio a favore dei cittadini.

PER LINEANEWS.IT VA CAMBIATO IL SISTEMA DI GESTIONE DELL’INFORMAZIONE

A nostro avviso, dopo anni di esperienze nel campo giornalistico (in radio, tv e giornali su carta e on line), solo sganciando la produzione giornalistica dalle società di capitale si può davvero raccontare la verità senza filtri e finanziare iniziative economicamente non convenienti ma di vitale importanza per la giustizia sociale, i diritti umani e la “salvaguardia della specie” e del creato.
Con le inchieste messe a punto con Marco Milioni sul caso Safond Martini e su quello più recente di Passo Giau (Cemento Torrido, Nordest rovente) abbiamo testato il tipo di lavoro da fare. Tante sono le persone che ci hanno sostenuto moralmente e ci hanno esortato ad andare avanti nel progetto. Ora si tratta di incrementare la community dei sostenitori e reperire anche contributi importanti slegati da logiche “do ut des” e legati a logiche filantropiche, di impegno sui diritti umani e sulla salvaguardia dell’ambiente e del pianeta.

Come direzione e redazione Lineanews.it ci permettiamo di far notare ai lettori cosa significhi e quanto possa costare in termini di risorse un’inchiesta come quella di RTBF ad Alessandria (che fa lavorare per mesi una troupe di almeno 5-10 persone, e che ha ingaggiato un laboratorio di analisi di una clinica universitaria): iniziativa che in Italia nessun editore ha mai pensato di finanziare, nemmeno quelli dei “giornaloni” in mano a grandi gruppi finanziari nazionali e internazionali. Nel Belpaese si occupa di inchieste di questa levatura solo il servizio pubblico, con tutte le interferenze e pressioni politiche ed economiche del caso (ricordiamo gli attacchi a Report del novembre 2021).
Per questo Lineanews.it si sta organizzando per produrre inchieste a partire dal Triveneto.
E lo faremo strutturandoci dal punto di vista gestionale in modalità no-profit e alimentando il lavoro con contributi “grandi e piccoli”.
Siamo pazzi? No, siamo innamorati del nostro lavoro che non è un lavoro qualsiasi. “E’ la stampa, bellezza!”

Per contributi a Lineanews.it QUI
Sarà tutto rendicontato pubblicamente!

La foto di copertina ritrae una giovane pastora veneta con in braccio suo figlio! Lei è Katy Mastorci della provincia di Treviso laureata in biotecnologie mediche (foto: Coldiretti Veneto): è tornata ad un lavoro millenario, rappresenta una generazione che produce e fa crescere il futuro!
E dopo migliaia di generazioni vissute con questo ritmo (compatibile con la modernità), oggi per l’ingordigia economica di pochi stiamo per mandare il pianeta all’aria!

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