Vetro rotto, via i gadget di AiutaUnoSmidollato – Pupillo: più solidarietà e più sociale a Vicenza!

Vetro rotto, via i gadget di AiutaUnoSmidollato – Pupillo: più solidarietà e più sociale a Vicenza!

Vicenza, 12 gennaio 2021 – Vetro rotto dell’auto e furto di uno scatolone che si trovava sul sedile posteriore. Un episodio di microcriminalità tra i tanti che avvengono in città, ma avvenuto sull’auto ai danni del volontariato e della beneficienza: in quello scatolone vi erano le palle di Natale che servivano come “premio” per coloro che hanno donato piccole somme di danaro per AiutaUnoSmidollato, associazione che sensibilizza l’opinione pubblica sul dono del midollo osseo. Pratica che aiuta ad esempio i malati di leucemia ad uscire dal tunnel della malattia.

L’auto è quella del consigliere comunale e capogruppo della lista civica “Da Adesso in Poi” Sandro Pupillo. Ospitiamo il suo pensiero dopo il furto e la successiva riparazione del mezzo. Una bella riflessione e una bella lezione, sicuramente da leggere!

SUL FURTO DI STAMATTINA

Scrive sul suo profilo Facebook Sandro Pupillo:

“Vi ringrazio di cuore per i tanti messaggi ricevuti. Non vi nascondo che, vedendo il vetro rotto dell’auto, la prima reazione sia stata di forte incazzatura. Episodi così, ahimè, sono sempre accaduti e accadranno sempre più di frequente. A me peraltro è andata anche bene perché il danno non è stato corposo. È più il valore affettivo di ciò che mi è stato portato via a darmi dispiacere.

Stamattina ho postato la foto del vetro rotto non per alimentare polemiche. Queste cose succedono con Amministrazioni di qualsiasi colore politico. 

Se mi trovassi davanti alla persona che ha rotto il vetro sicuramente non avrei alcun desiderio o sete di giustizia sommaria. Certo gli farei presente che mi ha fatto girare le palle. Ma non quelle di Aiutaunosmidollato chiuse nella scatola che mi ha rubato, ma quelle che saranno girate anche a lui aprendo le confezioni e vedendo il contenuto: “Che palle!” avrà esclamato. E come dargli torto, erano delle palle bellissime.

Allora, oltre a dirgli che quelle palle servivano a veicolare un messaggio sulla donazione e invitarlo quindi a tipizzarsi (sperando che abbia meno di 35 anni e pesi più di 50 kg) l’occasione mi è utile per fare una breve riflessione un po’ più ampia. 

Siamo in piena pandemia e le conseguenze in campo economico e sociale si stanno già facendo pesantemente sentire e saranno ancora peggiori. Aumenteranno le povertà, le disuguaglianze, il disagio e questo inevitabilmente porterà a doverci scontrare più frequentemente con episodi come quello che è accaduto a me o simili.

Come rispondere a questo? Come ho sempre cercato di dire: usando le mani! Ma no, non nel senso letterale… in quello figurato! La mano della fermezza e quella della solidarietà. La prima infatti da sola, ma non basta. Servono entrambe: le problematiche complesse non si risolvono con semplicità. Il fenomeno della droga non si combatte esclusivamente punendo gli spacciatori o quello della prostituzione con le multe. I senzatetto non si affrontano buttando via loro le coperte o con il getto dell’acqua. È necessario un lavoro faticoso di ascolto, di relazione, di umanità. Poi certo, ci sarà sempre qualcuno con cui sarà impossibile ottenere collaborazione. Ma sono convinto che una buona parte di queste persone, che vediamo di giorno in giorno aumentare, può essere recuperata. Servono però progettualità a lunga scadenza. Servono coraggio, determinazione, competenza e tanta, tanta pazienza. Dove le Amministrazioni hanno investito sulle persone in termini di prevenzione, solidarietà, assistenza, riscatto, i risultati si sono sempre visti. 

Grazie ancora per tutta la solidarietà ricevuta. Mi congedo con queste parole di una splendida canzone del grande De André, di cui oggi ricordiamo la morte:

“Come potrò dire a mia madre che ho paura?

Perché non hanno fatto

Delle grandi pattumiere

Per i giorni già usati

Per queste ed altre sere

E chi, chi sarà mai

Il buttafuori del sole

Chi lo spinge ogni giorno

Sulla scena alle prime ore

E soprattutto chi

E perché mi ha messo al mondo

Dove vivo la mia morte

Con un anticipo tremendo?”

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