Padova, 13 agosto 2020 – Una polemica che ha preso il via dalla fine del lockdown per Coronavirus e si è ulteriormente accesa in questi giorni di campagna elettorale. Già tra maggio e giugno il consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi ha esortato con una serie di dichiarazioni sulla stampa e azioni presso gli uffici regionali competenti la riapertura dei centri diurni delle Ulss gestiti in Veneto in gran parte dal mondo della cooperazione facente capo a Confcooperative. Il consigliere regionale aveva perfino ironizzato sul fatto che se fosse perdurato l’immobilismo dopo la pandemia avrebbero riaperto prima le discoteche dei CEOD delle Ulss. Di questi giorni l’ulteriore polemica sulla chiusura “per ferie” dei centri diurni per disabili …
Riceviamo da ConfCooperative la replica del presidente Roberto Baldo.
CENTRI DIURNI, LA POLEMICA PRE-ELEZIONI DEL CONSIGLIERE VALDEGAMBERI
La replica del Presidente Regionale di Federsolidarietà Veneto Roberto Baldo:
“Caro Consigliere Valdegamberi,
spiace leggere ancora una volta sui media attacchi strumentali ai gestori dei Centri diurni (che è bene ricordare, non sono solo Cooperative sociali) che hanno il retrogusto amaro della polemica elettorale.
Abbiamo meditato sull’opportunità di replicare per evitare strumentalizzazioni ma di fronte ad accuse immotivate la reazione è dovuta. Tacere potrebbe sembrare una ammissione di responsabilità.
Le cose non stanno proprio come le descrive Lei. Le sue affermazioni portano a distorcere la realtà e diffondono notizie false o mezze verità, forse per ottenere visibilità ed aumentare il consenso elettorale”.
È così che Roberto Baldo, Presidente Regionale di Federsolidarietà Veneto, che associa 400 cooperative sociali, replica alle accuse. Non ci sta a vedere la Cooperazione sociale messa alla gogna con insinuazioni diffamatorie, ma soprattutto infondate, lanciate come pietre dal consigliere nei giorni scorsi sui social e oggi sulla stampa.
“I centri Diurni – prosegue – non sono chiusi perché si devono smaltire le ferie (che dove era possibile sono state usate nel periodo di chiusura obbligata) ma lo sono perché i gestori, tutti i gestori, devono rispettare il calendario di aperture e chiusure stabilito dalle ULSS e dalla Regione Veneto, il quale prevede che i Centri siano aperti 227 giorni al massimo nell’arco dell’anno. E fare due conti non è difficile.
Se poi invece la politica volesse realmente aiutare le famiglie, trovi i fondi per aprire 260 giorni l’anno. Le Cooperative sociali sono pronte!
E’ troppo facile confondere le acque sul continuo taglio di risorse buttando la croce sul Cireneo di turno. Se proprio si vuole ascoltare il disagio rappresentato da alcune famiglie si dica con chiarezza che risposte adeguate e appropriate ai bisogni delle persone con disabilità, soprattutto di quelle più problematiche, hanno bisogno di essere sostenute, promosse e finanziate”.
“Le nozze con i fichi secchi a Verona le abbiamo dovute fare per decenni con rette sensibilmente al di sotto della media regionale. Eppure, la Cooperazione e più in generale tutti gli Enti gestori non si sono mai sottratti. Rispetto al periodo di lockdown – precisa ancora il presidente Baldo – è stato riconosciuto dalla Regione e dalle Aziende ULSS un importo pari al 90 % della retta, ma tutti i centri si sono sempre adoperati per cercare di dare sollievo alle famiglie, con interventi domiciliari e di sostegno concordati sempre con le ULSS, che ovviamente hanno richiesto l’impegno di numerosi operatori. Senza contare che il reclutamento forzato di infermieri e operatori da parte delle ULSS ha depauperato la forza lavoro delle Cooperative mettendole in ulteriore, grave difficoltà.
Non abbiamo fatto altro che rispettare i vari DPCM e Ordinanze che ci sono state imposte. C’è consapevolezza di cosa significhi, per le ULSS e per i gestori, sottoporre a tampone centinaia di persone tra utenti e operatori? Di quanto tempo ed energie richiede?
Insinuare che la cooperazione abbia in qualche misura non voluto dare sostegno alle famiglie è una accusa gravissima, soprattutto se viene da un consigliere che nel passato ha rivestito il ruolo di assessore al sociale.
Ogni istituzione si assuma le proprie responsabilità cercando di lavorare per creare un clima di collaborazione e dialogo costruttivo piuttosto che fomentare sentimenti di contrapposizione e di ‘guerra fra poveri’.
In un momento delicato come quello che tutti stanno attraversano non ce n’è davvero bisogno.
In merito invece al lockdown l’invito al consigliere Valdegamberi e a tutti gli altri candidati alle regionali è quello di andare a leggere i bilanci delle cooperative sociali dei primi sei mesi, e di cercare soluzioni, strumenti e azioni per sostenerci invece che attaccarci. Se le cooperative dovessero chiudere, il welfare sarebbe smantellato”.