Report, il caso Oms e il caso Recordare lambiscono il Veneto

Report, il caso Oms e il caso Recordare lambiscono il Veneto

Vicenza, 9 novembre 2021 – Parla anche vicentino la lunga inchiesta di Report andata in onda su Rai tre ieri 8 novembre 2021. Durante la puntata della popolare trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci è stato nuovamente approfondito il tema del mancato aggiornamento del piano pandemico in modo da fronteggiare al meglio la diffusione della pandemia da Covid-19 nel momento il caso cominciò a deflagrare sul principio del 2020.
Gli inviati di Report hanno messo sotto la lente di ingrandimento i rapporti tra Ministero della salute, vertici dell’Organizzazione mondiale della sanità e gli autori del rapporto indipendente sul comportamento del Sistema sanitario italiano.

In questo gorgo fatto di rivelazioni shock, polemiche e retroscena è spuntato anche il nome di Domenico Mantoan: vicentino di Brendola (Vicenza), è l’ex potentissimo direttore generale della sanità veneta, poi finito al vertice dell’Agenzia nazionale sul farmaco, ossia l’Aifa e poi al vertice dell’organismo di coordinamento tra le sanità regionali, ossia l’Agenas.
Proprio il disvelamento di un dossier indipendente dell’Oms sulle modalità con cui Ministero della salute e regioni italiane hanno goffamente lavorato, aveva scatenato polemiche a non finire. Ieri la puntata di Report ha svelato che tra i soggetti interpellati per cercare di recuperare il rapporto tra l’allora governo Conte e l’Oms c’è proprio il vicentino Mantoan che viene descritto come ex potentissimo massimo funzionario della sanità veneta. Perché questa sorta di mediazione fosse stata affidata proprio a Mantoan Report non lo ha svelato ma non è detto che le entrature trasversali dello stesso Mantoan possano avere avuto un ruolo di primo piano. E non è escluso che l’inviato Giulio Valesini possa tornare sull’argomento.

Ma c’è di più. Report ieri ha anche dedicato un approfondimento ad una delle vicende più inquietanti e meno raccontate tra quelle finite di recente sui quotidiani. Si tratta del cosiddetto affaire Palmi. Una vicenda dai contorni ancora poco chiari nell’ambito della quale (qui un articolo de La C-News24 che approfondisce) uno semisconosciuto uomo d’affari di Palmi in Calabria (si tratta di Roberto Recordare) sarebbe al centro di una colossale operazione di riciclaggio di fondi riconducibili alle mafie italiane: il tutto per un giro d’affari «di 500 miliardi di euro».
Recordare, intervistato da Report ha respinto gli addebiti ma non ha chiarito il tenore delle intercettazioni a suo carico né le possibili “liason” dei soggetti vicino alla sua galassia con massoneria e servizi segreti.

Peraltro il nome di Recordare è legato a diverse imprese un tempo attive o tuttora attive nel Veneto. Come testimoniano i dati di Infocamere infatti (qui la visura) queste imprese hanno o hanno avuto base, tra le altre, nel Padovano (ossia a Borgoricco) e soprattutto a Verona.
Sulla vicenda Recordare la puntata di Report ha svelato come l’inchiesta sarebbe stata in qualche modo azzoppata da una sorta di fuga di notizie maturata nel tribunale di Reggio Calabria, dove la procura stava indagando sul caso. Anche in questa circostanza non è da escludere che Report torni sull’argomento.
Tra i punti ancora da chiarire ce n’è uno in particolare. Se davvero le cifre in ballo sono di tale entità come mai la magistratura non è intervenuta sulle prime con importanti misure restrittive? Questo è uno dei quesiti che da giorni infatti agita i palazzi romani tanto che l’affaire Palmi potrebbe nuovamente fare capolino sui media. 

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