«È una riforma davvero importante quella che abbiamo portato a casa in vista del prossimo bilancio regionale: finalmente Ater e Comuni del Veneto riavranno i 5 milioni di euro l’anno che prima la Regione toglieva loro. Una norma scellerata che abbiamo chiesto di modificare fin da subito, appena sono stata eletta», dichiara Elena Ostanel, Consigliera regionale del Veneto che Vogliamo, successivamente all’approvazione del bilancio in Giunta.
«Nel 2021 avevo chiesto in Commissione Urbanistica di iniziare un monitoraggio serio delle case sfitte di proprietà pubblica della Regione convincendo la maggioranza che era tempo di avere uno stato dell’arte di quanti sfitti abbiamo e quanti soldi sarebbero serviti per mettere a posto il patrimonio. Ma oltre a questo la Giunta non garantiva gli investimenti e quindi continuavano le alienzazioni del patrimonio pubblico».
«Nel 2022 abbiamo quindi iniziato a chiedere di cambiare la norma che secondo una logica folle chiede alle Ater e ai Comuni di versare alla regione una quota pari allo 0,4% del valore di locazione dei loro immobili, senza che la destinazione di tale introito sia univocamente destinata all’edilizia residenziale pubblica. Si tratta di 5 milioni all’anno che fino la Regione esige dai Comuni (e dalle Ater) distraendo risorse che potevano essere utilizzate per la manutenzione e l’efficentamento degli alloggi, e lasciando in difficoltà i Sindaci. Una sorta di triste bullismo istituzionale che abbiamo proposto di fermare. Così nel 2023 abbiamo presentato la proposta di legge per abrogare la normai e lasciare quei fondi in pancia a comuni e Ater», prosegue Ostanel.
«I dati infatti -denuncia la Consigliera- ci dicevano che la situazione era gravissima. Riprendendo i dati che abbiamo raccolta in seconda commissione nel 2023, in Veneto ci sarebbero quasi 9.000 famiglie, aventi diritto, in attesa di un alloggio popolare. Di converso ci sono anche 6.743 alloggi di proprietà delle ATER che risultano “sfitti”, la gran parte dei quali perché in fase o in attesa di manutenzioni, senza contare quelli di proprietà di Comuni ed altri Enti. Si tratta, nel caso delle ATER, del 18,5% del patrimonio regionale. Un dato superiore ad altre regioni limitrofe, come per esempio l’Emilia-Romagna, dove a fronte di un patrimonio immobiliare pubblico ben superiore ha un numero di alloggi “sfitti” non utilizzati che si aggira attorno al 10% del totale».
«Finalmente siamo riusciti a dare una risposta ai comuni del Veneto e alle Ater che oggi si vedevano sottratte delle risorse fondamentali. Questa decisione sia da monito alla Giunta, non possiamo aspettare di lasciare le casse dei comuni vuote per poter ascoltare le richieste del territorio. La Regione è arrivata in ritardo, ora servono maggiori investimenti: questo è un primo passo ma serve un cambio di passo», conclude Ostanel.