In Italia manca una legge sulla libertà di stampa: basta pannicelli caldi!

In Italia manca una legge sulla libertà di stampa: basta pannicelli caldi!

Le recenti novità uscite dalla Commissione giustizia della Camera dei deputati in materia di modifica delle norme sulla diffamazione e in generale sulle tutela della professione giornalistica non sono affatto confortanti.
Ossigeno, l’osservatorio sui giornalisti minacciati, un paio di giorni fa ha proposto una sua lettura relativa ad alcuni emendamenti che l’opposizione di centro-sinistra, sta portando avanti rispetto alla revisione della normativa in materia avanzata dalla maggioranza di centrodestra.
Ora, con tutta prudenza del caso e al netto della meritoria opera dell’Osservatorio, la seppur timida apertura di credito di Ossigeno rispetto agli emendamenti cari alla opposizione appare un pochino fuori bersaglio.

La posta in gioco infatti non è tanto la singola concessione sul piano della procedura (l’improcedibilità in caso di manifesta infondatezza della querela) oppure l’istituzione del fondo per le spese legali. Per carità, si tratta di aperture importanti, come importante è l’estensione del segreto professionale integrale ai giornalisti pubblicisti.

Siamo però solo ai primi passi, ai pannicelli caldi verrebbe da dire. La posta in gioco pesante infatti sta nella riscrittura in toto delle norme che tutelano la libertà di stampa superando in maniera definitiva il dettato del decalogo della Cassazione penale in tema di diffamazione.

LIBERTA’ DI STAMPA: CI VUOLE UNA LEGGE AD HOC

Non è pensabile infatti che in un Paese come l’Italia la disciplina della libertà di stampa e di espressione sia affidata “de facto” alla giurisprudenza e non ad una legge ad hoc al passo coi tempi che sancisca in modo univoco la non negoziabilità della nozione di diritto dovere di cronaca e di critica: che questo venga esercitato dal professionista dell’informazione o meno.
Da questo punto di vista serve una seria riflessione interna alla nostra categoria, quella dei giornalisti: in troppi sembrano essere sotto sotto favorevoli al mantenimento dello status quo.

IL VENETO E’ CENTRALE: IMPEGNATI I DEPUTATI MASCHIO, ZAN, STEFANI E ZANETTIN

Non dobbiamo dimenticare in questo contesto la centralità del Veneto in questo percorso. Alla Camera infatti la Commissione giustizia è presieduta dall’onorevole Ciro Maschio di Verona. Il segretario è il democratico Alessandro Zan.
Al Senato troviamo Erika Stefani della Lega e Pierantonio Zanettin di Forza Italia.

E DOVE STANNO I GIORNALISTI?

Prima di avviare un’interlocuzione con le istituzioni però sarebbe interessante capire come si sia posizionata la nostra categoria in questo momento. Perché purtroppo ad oggi tra coloro che sembrano in imbarazzo a discutere di questi argomenti pare ci siano esserci troppi colleghi.
Va bene organizzare corsi di aggiornamento professionale sulla deontologia, sul giornalismo d’inchiesta, sulla gestione virtuosa della notizia.

Tuttavia se il mondo del giornalismo, ovvero il suo ventre silenzioso, non comincia a prendere posizione sulle storture normative che tarpano le ali alla professione allora gli spazi di manovra si riducono.

IL COLLETTIVO “TINA MERLIN” E’ LUOGO DI DISCUSSIONE E STIMOLO PER GIORNALISTI E COMUNICATORI

Per dare uno stimolo a questo di battito di recente abbiamo dato vita ad comitato informale, il Collettivo Tina Merlin , aperto a giornalisti, fotografi, videomaker e più in generale a tutti coloro che hanno a cuore il destino del giornalismo e della buona informazione.

Francesco Brasco
direttore di Lineanews.it
vicepresidente Associazione Vicentina della Stampa
fondatore del Collettivo “Tina Merlin”

La sede della Corte di Cassazione a Roma (foto di Francesco Brasco)

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