Sabato 25 febbraio 2023 si è svolta nel pomeriggio a Trissino sia davanti al Comune sia davanti ai cancelli della Miteni e anche a Venezia davanti a Palazzo Balbi, una bella e grande manifestazione per invitare le autorità a procedere con la bonifica del sito produttivo che ha avvelenato la valle dell’Agno, e almeno una buona parte delle province di Vicenza, Verona e Padova (qui il servizio di Vicenza To Day).
E oggi la consigliera di Europa Verde a palazzo Ferro Fini, Cristina Guarda, ritorna sull’argomento della bonifica.
«Rispetto alle recenti dichiarazioni dell’Assessore all’ambiente (Giampaolo Bottacin, ndr) sulla bonifica Miteni – esordisce Cristina Guarda -, mi preme ricordare che gli sforzi citati, in quanto compiuti dalla Regione, hanno sin qui permesso solo la parziale sostituzione degli acquedotti, tant’è che 18000 persone sono ancora senza allacciamento acquedottistico, e di certo non rassicura apprendere che la gara per una parte dell’allacciamento più importante è stata sospesa dall’ente gestore».
La consigliera regionale di Europa Verde evidenzia: «Manca a rapporto lo studio epidemiologico promesso nel 2017, necessario ai fini scientifici o legali. Garantire il supporto al Comune di Trissino per la conferenza dei servizi e il confronto con l’azienda è sicuramente giusto e apprezzabile, ma è il minimo che una istituzione regionale dovrebbe fare, visto che il bilancio è di un inquinamento che non riguarda solo quel Comune ma 5 su 7 province venete, rendendo inutilizzabili acque di falde e fiumi strategici per i veneti. Attendiamo da 10 anni e non abbiamo ancora un progetto di bonifica definito, con scadenze chiare».
«Ricordo – incalza la consigliera – che solo tramite le indagini del NOE nel 2017 e le richieste avanzate dalla Provincia di Vicenza nel 2018 emerse una realtà ben diversa da quella descritta dagli atti e dall’azienda: Miteni stava contaminando ancora, nonostante abbia ottenuto un’autorizzazione integrata ambientale proprio dalla Regione nel 2014, dopo la denuncia dell’inquinamento».
«È evidente – conclude Cristina Guarda – che per quanto ci si sforzi di dire che si è fatto tutto il possibile, la Regione del Veneto avrebbe dovuto fare molto di più: informazione trasparente, interventi per i lavoratori, controlli più efficaci sulle contaminazioni in corso, difesa dell’agricoltura e interventi per i cittadini più esposti, donne, bambini e agricoltori, i più contaminati dopo i lavoratori della ex Miteni. Chi inquina deve pagare, verissimo – conclude la consigliera di Europa Verde -, ma dobbiamo davvero attendere i tempi della azienda? È più importante una pista da bob (a Cortina per il 2026 che costa 80 milioni di euro, ndr) o la protezione della seconda falda più importante d’Europa?».
(fonte: ARV)