Vicenza, 13 luglio 2020 – In un’intervista pubblicata su La Verità del direttore Maurizio Belpietro, il giornalista Federico Novella intervista Emanuele Filiberto di Savoia, che oggi se esistesse ancora la Monarchia in Italia potrebbe essere Re. Ma invece è un semplice cittadino. Per fortuna!
Titolo: “I re erano più democratici di Conte”, sommario: “Parla il principe: Nel nostro paese vige una “Repubblica assoluta”, tanto valeva tenersi la monarchia. Non posso escludere una mia “salita” in politica, dicono che un mio partito potrebbe toccare il 10%”.
Intanto Emanuele Filiberto ha creato l’ennesimo “pensatoio”, una sorta di movimento politico, che ha chiamato Realtà Italia, e si dice sia pronto a entrare nell’agone politico.
Il cittadino Emanuele F. di Savoia fa l’imprenditore e il passaggio più assurdo di tutta l’intervista è quello che riguarda quella che lui chiama “la truffa” del referendum Monarchia o Repubblica del 1946.
Il collega giornalista Novella ad un certo punto lo stuzzica sul suo impegno politico.
DOMANDA: “Un nuovo grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi”, come scrisse Vittorio Emanuele II prima di muovere le truppe in Lombardia?
RISPOSTA: Sì effettivamente ci sono sempre più giovani che mi scrivono dicendo: siamo stufi di questa classe politica. Vorrebbero una persona super partes, come me”.
DOMANDA: Scrivono a lei?
RISPOSTA: E questo è un po’ strano se teniamo conto che, in 70 anni di Repubblica, c’è stata un’opera di distruzione dell’immagine di casa Savoia. Ma del resto all’epoca faceva comodo.
DOMANDA: A chi faceva comodo?
RISPOSTA: A chi nel 1946 si è preso prima il governo, e poi tutto il resto.
DOMANDA: C’è stato un referendum istituzionale e i Savoia hanno perso.
RISPOSTA: Il referendum? Sappiamo tutti che in quell’occasione ci hanno fregato.
DOMANDA: Ci hanno fregato?
RISPOSTA: Lo sanno tutti che la truffa c’è stata, sono sparite delle schede …
DOMANDA: Ma chi gliel’ha detto?
RISPOSTA: Me l’aveva detto all’epoca Giulio Andreotti, chiaro e tondo.
DOMANDA: Quale epoca?
RISPOSTA: Poco importa: io studio il passato, assorbo come una spugna, ma non lo rimpiango …
Vabbè! E allora l’annessione del Veneto al Regno di Savoia (e poi d’Italia) nel 1866 come la chiamiamo? Come sostiene Ettore Beggiato in un suo libro ben documentato (“1866. La grande truffa. Il plebiscito di annessione del Veneto all’Italia” con prefazione di Sabino Acquaviva e post fazione di Lorenzo Del Boca), allora la truffa ci fu eccome: un referendum con voto palese: ma che roba era?
Il Veneto e il Friuli male hanno sopportato i Savoia come molto male hanno sopportato Ceco Beppe e gli Asburgo: Venezia e il Veneto sono stati REPUBBLICA (seppur oligarchica) per oltre 1000 anni, e i nostri avi hanno combattuto sia gli Asburgo, sia i regnanti francesi (sia i loro principini vassalli), che si coalizzarono più volte con il Papa Re per abbattere Venezia nella famigerata Lega di Cambrai.
Furono fermati più volte e i bastioni di Padova del XVI secolo servirono a quello, a fermare gli eserciti predatori delle monarchie europee verso l’unico stato libero e ricco di allora.
Cosa vuole da noi VENETI il cittadino Emanuele Filiberto (nome) di Savoia (cognome)?
SEMPRE MEGLIO LA PEGGIORE DELLE DEMOCRAZIE ALLA MIGLIORE DELLE MONARCHIE.
Rimandiamo alla lettura integrale della intervista davvero esilarante su La Verità di oggi lunedì 13 luglio 2020 in edicola.
Il libro di Ettore Beggiato
E subito la SATIRA si scatena (succede in un Paese libero, per fortuna):