A 100 anni dalla strage fascista dell’hotel Balkan a Trieste, il Narodni Dom torna ai triestini sloveni – Variati: “Un giorno di pace e dialogo, un nuovo inizio!”

A 100 anni dalla strage fascista dell’hotel Balkan a Trieste, il Narodni Dom torna ai triestini sloveni – Variati: “Un giorno di pace e dialogo, un nuovo inizio!”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceve il Presidente della Repubblica di Slovenia, S.E. il Signor Borut Pahor. (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Trieste, 13 luglio 2020 – Una bella immagine quella dei presidenti d’Italia e Slovenia Sergio Mattarella e Borut Pahor che si tengono per mano affratellati davanti al monumento che ricorda le vittime della foiba di Basovizza. Un’immagine che ricorda eventi enfatizzati da una certa destra anti-titina e anticomunista, ma non ben raccontati e inseriti nel contesto storico in cui si sono sviluppati nemmeno nei programmi scolastici di storia fino a qualche tempo fa. Oggi il Presdiente Mattarella ha simbolicamente consegnato al presidente sloveno Pahor il Narodni Dom, l’edificio che fino a ieri ha ospitato un dipartimento di lingie dell’università di Trieste e la scuola per interpreti (realtà che avrebbero già una collocazione altrove). Una riconsegna culturale, importante, che chiude una ferita e che apre la speranza di pace che comunque porta questa tanto criticata Europa Unita.

La violenza tra nazionalismi di confine a Trieste e nella Venezia Giulia ha origine da un fatto, come racconta lo storico Gianni Oliva (I campi del Duce: l’internamento civile nell’Italia fascista): l’incendio e la strage dell’hotel Balkan o meglio della Casa di Cultura Slovena di Trieste (Narodni Dom). Un fatto che battezzò lo squadrismo organizzato e violento dei fascisti e diede il via ad una concatenazione di accadimenti di sangue che passarono per i campi di internamento delle minoranze slovene, croate e ceche dell’area divenuta italiana dopo la Grande guerra (nel 1920 il 25% della popolazione della città di Trieste era di etnia slovena), per passare per l’occupazione nazifascista della Slovenia, della Croazia e del Montenegro e per finire con la guerra partigiana di Tito e le foibe. Una spirale che venne storicamente “tombata” dopo l’esodo degli istriani e dalmati di etnia italiana per ragion di Stato in epoca di Guerra fredda (trattato di Osimo).

Una bella giornata quella di oggi 13 luglio 2020 per Trieste, per l’amicizia tra i popoli, per l’umanità.

Dichiara il sottosegretario agli Interni il vicentino ACHILLE VARIATI: “100 anni fa, il 13 luglio 1920, l’incendio del Narodni Dom – la casa del popolo e della cultura sloveni, croati e cechi di Trieste – aprì una ferita che per lungo tempo è rimasta aperta.

Alimentata dal fascismo, dalla guerra, dall’orrore delle foibe, in una spirale di torti e di rancori tra le comunità, i popoli, le nazioni. Per questo oggi sono orgoglioso di essere a Trieste, per la firma di uno storico accordo tra Italia e Slovenia, alla presenza dei due Presidenti della Repubblica.

In un clima di riconoscimento delle rispettive ragioni e dei reciproci torti, alimentato dalle visite simboliche a due monumenti importanti che ricordano le vittime di ambo le parti, oggi quello storico edificio verrà restituito alle comunità slovene.

È un giorno di pace, di dialogo, un nuovo inizio per una storia così travagliata. E io sono orgoglioso di aver contribuito a scriverne un pezzetto seguendo per il Ministero dell’Interno, negli ultimi otto mesi, la stesura dell’accordo finale”.

QUI LA STORIA DELL’HOTEL BALKAN – NARODNI DOM

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