Venezia 14 luglio 2020 – “Se il Governo ha stanziato 50 milioni di euro per i musei, di cui circa 3 potrebbero finire a Venezia, perché il Comune non mette un euro? Avere 400 lavoratori in cassa integrazione da marzo scorso, a causa della chiusura dei musei, è una sconfitta per la città e per l’intera Regione, cui la Giunta Zaia non dovrebbe restare indifferente”.
Erika Baldin alla manifestazione
Così la consigliera regionale Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) che aggiunge: oggi ha partecipato alla manifestazione in centro storico a Venezia con lavoratori Filcam e Funzione Pubblica Cgil, Fisascat Cisl e Uilfpl, che chiedono la riapertura immediata dei musei, un piano per il rilancio dell’offerta dei Musei Civici e il rientro al lavoro di tutto il personale.
“Non sostenere la cultura – prosegue la consigliera è doppiamente miope. Considerare questo settore come l’ultima ruota del carro, è un grave errore non solo strategico, perché al contrario, rappresenta un baluardo della nostra economia, per il forte legame con il turismo e, come ricadute, con l’accoglienza e la ristorazione.
Oltre a calpestare la storia e la tradizione della Serenissima, come crocevia di culture, genti e tradizioni. Dobbiamo considerare la componente culturale di Venezia, propedeutica e indispensabile per la costruzione della città futura, sostenibile e non più monotematica. Pensiamo, a cosa sarebbe l’offerta turistica di Venezia senza musei e mostre: terribile solo pensarlo. Se non vogliamo che diventi davvero come Disneyland, dobbiamo mettere la cultura e i suoi addetti in primo piano, non nelle retrovie”.
“Per questo, mi rivolgo in particolare al Comune di Venezia, e in generale alle istituzioni. Tutti – puntualizza la consigliera – devono assumersi le proprie responsabilità. Sul fronte della cultura serve un cambio di passo complessivo, altrimenti certi anelli deboli saranno sempre i primi a cedere, quando la catena è sotto sforzo.
Per mesi, durante il lockdown, sembrava che l’unico problema fosse il ritorno all’aperitivo, che le colonne d’Ercole che segnavano la fine della pandemia fossero due enormi bicchieri di spritz.
Ora che l’aperitivo è tornato… è troppo chiedere di cominciare a pensare sul serio ai musei e all’offerta culturale, anche in funzione turistica?”, conclude Erika Baldin.
