Padova, 31 dicembre 2020 – Alcuni operatori sanitari che operano nelle strutture del Veneto si sono rivolti a Giorgio Destro, un noto avvocato padovano, quando sono stati contattati dai rispettivi datori di lavoro per ricevere le prime dosi di vaccino anti Covid-19 prodotto dalla multinazionale Pfizer. Lo stesso datore di lavoro prima di procedere con la inoculazione del farmaco avrebbe chiesto espressamente ai dipendenti di firmare una lunga dichiarazione «di una quindicina di pagine»: si tratta del cosiddetto «modulo consenso informato».
Gli operatori però si sono insospettiti per alcuni passaggi presenti nelle ultime pagine della nota. E così hanno congelato la firma chiedendo immediatamente il parere del loro legale, ossia di Destro. Il quale, assieme alla collega Serena Pomaro, sempre del Foro patavino, ha cominciato a passare ai raggi X l’intero documento. «Dal quale è emerso che si tratta di una vera e propria dichiarazione di esenzione di responsabilità».
I due avvocati poi vanno oltre e citano quattro passaggi «che ci hanno immediatamente fatto rizzare le antenne». Il primo è il più «preoccupante sul piano clinico» dato che nel modulo si legge che «il vaccino potrebbe non proteggere – spiega l’avvocato ai taccuini di Lineanews.it – tutti coloro che lo ricevono». Nel secondo passaggio si evidenzia che il vaccino «può causare reazioni avverse». Nel terzo si legge che l’elenco delle reazioni avverse «è tutt’altro che esaustivo» e soprattutto non è possibile «prevedere danni a lunga distanza». Stando così le cose, rimarca poi il legale, «ci troveremmo di fronte ad una situazione inaccettabile ove qualche datore di lavoro minacciasse chissà quali ritorsioni perché» condotte del genere possono configurarsi «come gravissimi illeciti penali: ovvero materia da procura della repubblica».
Non meno diretto è l’avvocato Pomaro la quale sostiene che de facto si rischia di essere messi di fronte al fatto compiuto di una vera e propria «manleva», spiega la professionista ai microfoni di Lineanews.it. Quest’ultima chiude poi con un’altra precisazione: «I nostri assistiti ci hanno confermato di non essere astrattamente contrari a sottoporsi al trattamento. Tuttavia sono rimasti meravigliati del fatto che, prima di sottoporsi al vaccino, avrebbero dovuto sottoscrivere un documento costituito da ben quattordici pagine: un documento non del tutto tranquillizzante nei suoi contenuti».
La vicenda, che sta già avendo risonanza tra gli addetti ai lavori, potrebbe far deflagrare la polemica anche a livello nazionale visto che da giorni si parla di obbligo vaccinale quantomeno in ambito sanitario. Il problema sollevato dagli assistiti di Pomaro e Destro (nel riquadro da sinistra a destra, foto di Marco Milioni), «è complesso e articolato». I due nelle ultime ore stanno ricevendo «telefonate a non finire da parte di molti altri tra medici infermieri ed operatori sanitari che chiedono lumi rispetto ad un problema sul quale la chiarezza deve essere assoluta». La questione non è di lana caprina perché tocca aspetti profondi che hanno a che fare con la sfera etica, con quella dei diritti, dei doveri: ma che ha anche a che fare con delicatissimi aspetti giuridici. «Non si può costringere chicchessia a rinunciare a far valere le proprie ragioni in tribunale, perché – attacca Destro che ha esplicitato il suo pensiero anche alle telecamere di Lineanews.it – sarebbe una abiezione dello stato di diritto: inoltre qui si rischia una violazione grave delle garanzie di legge».
ASCOLTA LA VIDEO-INTERVISTA ALL’AVVOCATO GIORGIO DESTRO (https://youtu.be/C6vedQGK7iQ)
ASCOLTA L’AUDIO-INTERVISTA ALL’AVVOCATO SERENA POMARO (https://soundcloud.com/marcomilioni/vaccini-scoppia-il-caso-del-consenso-informato)
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