Padova, 10 ottobre 2014 – La riorganizzazione dei laboratori dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e protezione Ambientale del Veneto (ARPAV), avviata ed in fase di conclusione, è basata su quanto previsto dal Piano Strategico 2012-2014 (Deliberazioni della Giunta Regionale del Veneto n. 613 del 17 aprile 2012 e n. 1218 del 15 luglio 2014) e sul concetto che per l’utente non è essenziale sapere dove vengano analizzati i suoi campioni, ma è indispensabile che i risultati abbiano un’adeguata qualità ed arrivino nei tempi garantiti.
Il percorso intrapreso da ARPAV è analogo, almeno per qual che attiene i laboratori, a quello di altre agenzie ambientali nazionali ed è determinato dall’esigenza di disporre di un numero minore di laboratori, dotati di strumentazione tecnica adeguata e maggiormente utilizzata per massimizzare l’efficienza, in linea con quelle che sono anche le tendenze di contrazione dei laboratori a livello internazionale e le attuali disposizioni di contenimento della spesa pubblica.
L’azione di riorganizzazione dei laboratori ARPAV prevede la concentrazione delle attività analitiche su due strutture a Verona e Venezia, quest’ultima con un distaccamento operativo a Treviso. Nulla cambia per le attività territoriali di vigilanza e controllo ambientale che continueranno come oggi ad essere eseguite da operatori dei Dipartimenti ARPAV Provinciali (DAP) presenti sul territorio, in altre parole il personale addetto alle verifiche e alle indagini ambientali continua ad operare a livello locale, mentre esclusivamente le analisi dei campioni prelevati sono svolte in alcune strutture specializzate. In ogni sede di DAP rimane un punto di accettazione campioni.
La finalità principale della riorganizzazione non è prioritariamente l’aspetto di risparmio economico, comunque presente, ma una nuova organizzazione delle attività di analisi finalizzata a massimizzare l’efficacia.
I laboratori di ARPAV nel 2011 erano 7 e avevano tutti bisogno di investimenti per essere efficienti, investimenti non compatibili con la situazione economica dell’agenzia. Sono state quindi riorganizzate le attività delle sedi di Rovigo, Belluno e Vicenza e si sta procedendo per Padova (iniziata il 1 settembre 2014).
Fin dai primi trasferimenti di attività la riorganizzazione ha permesso un piano di redistribuzione degli strumenti di analisi, producendo minori costi (in manutenzione apparecchiature) per circa € 350.000,00 nel 2013 rispetto al 2011, solo parzialmente mitigati dalle maggiori spese relative ad un incremento del servizio di trasporto campioni (€ 75.000,00). Diversamente, per mantenere attive su tutte le sedi le capacità di analisi, sarebbero stati necessari ingenti investimenti sia sulla strumentazione (stimati in oltre 2 milioni circa) sia sulla messa in sicurezza delle sedi (solo per la sede di Padova stimati in 3 milioni di euro), investimenti non compatibili con il quadro finanziario di ARPAV e generale.
A testimonianza del fatto che la finalità e l’obiettivo della riorganizzazione dei laboratori sia prioritariamente quella di dare maggior efficienza alle strutture laboratoristiche, concentrandole per sviluppare effetti di economie di scala e ottimizzazioni operative, vi è il mantenimento e consolidamento del numero dei campioni analizzati. Indicativo è infatti che nel 2013, nel pieno del processo riorganizzativo, i campioni totali analizzati da ARPAV siano stati il 6,4% in più rispetto a quelli del 2012.
ARPAV sta quindi procedendo operativamente nella realizzazione di quanto previsto e dal 1 settembre 2014 ha iniziato a trasferire le attività analitiche svolte a Padova sulla matrice acque, dopo aver realizzato le riorganizzazioni previste per le altre sedi.
Ad ogni passaggio del processo riorganizzativo la Direzione Generale di ARPAV si è confrontata ripetutamente con le Organizzazioni Sindacali (OO.SS) ed il personale dei laboratori in merito alle modalità e alla pianificazione della riorganizzazione, spiegando le ragioni di ordine organizzativo ed economico che hanno portato a concentrare solo ed esclusivamente le attività analitiche in un numero minore di laboratori.
Per quanto riguarda alcune recenti polemiche sull’ultimo trasferimento in corso, relativo alla sede di Padova, va evidenziato e sottolineato che nessuna delle specificità operative di detto laboratorio andrà a mancare, né verranno meno le strutture di riferimento regionale che sono o saranno riconosciute all’ARPAV; è già ottenuta ed operativa l’Autorizzazione del Ministero al Laboratorio di Venezia per lo svolgimento delle analisi delle acque minerali e le altre saranno trasferite con le relative attività.
Nel merito delle osservazioni avanzate su una presunta “perdita di prestigio” dell’Agenzia con il trasferimento delle attività della sede di Padova, è forse necessario ricordare che i riconoscimenti sono legati alla tipologia e alle modalità di svolgimento delle analisi e non certo al luogo dove esse sono svolte.
Sono riconoscimenti alla qualità delle metodologie analitiche di ARPAV che l’Agenzia replicherà in un’altra sede. Ciò significa che i campioni e le tipologie di matrici analizzate fino al mese di agosto a Padova saranno eseguite a Venezia senza alcuna riduzione di quantità e qualità delle prestazioni rispetto ad oggi.
Anzi, vi saranno chiari vantaggi sulla gestione dei processi di analisi in base alla fungibilità del personale e ottimizzazioni riguardanti l’informazione e la formazione nell’uso delle tecnologie, l’accuratezza, la ripetibilità, ecc …
Nel caso della sede di Padova è stata riscontrata una forte resistenza del personale (attraverso le OO.SS.) al trasferimento delle attività, dovuta soprattutto alla difficoltà di parte degli addetti ad accettare lo spostamento di 32 chilometri della sede di lavoro. Il regolamento ARPAV contiene le modalità operative per lo spostamento del personale che, per il caso in questione, è consentito. Pur tuttavia, accogliendo parzialmente le richieste avanzate dalle OO.SS, è stata altresì proposta una compensazione economica per il personale interessato al trasferimento (fino a 200€/mese cadauno) nell’ambito di una specifica azione progettuale. Tale proposta è stata rifiutata e, comunque, l’accettazione al trasferimento era stata subordinata, dalle medesime OO.SS, successivamente alla conversione in Legge del Decreto sulla Pubblica Amministrazione (Decreto legge 90/2014). Il citato decreto è stato convertito con la Legge 114/2014 ed è entrato in vigore il 19 agosto 2014 e stabilisce che è possibile chiedere lo spostamento del personale nel raggio di 50 km dalla sede di lavoro.
E’, peraltro, precisa convinzione della Direzione Generale di ARPAV che, in questo momento di difficoltà del paese, è doveroso ed indispensabile portare avanti una riorganizzazione delle strutture agenziali orientata a criteri finalizzati a costituire una maggior efficienza operativa, senza creare alcun pregiudizio alle attività di prevenzione e controllo ambientale del territorio e senza mettere a rischio il posto di lavoro dei propri operatori.