Venezia Mestre, 17 febbraio 2021 – C’è l’anziano contrariato ma quasi rassegnato: «il momento della vaccinazione per gli ultra-ottantaquattrenni è ancora lontano. Speriamo solo di essere in vita quando arriverà il mio turno». E la figlia disperata per la situazione della madre: «ha 88 anni, vive col badante, non può muoversi, siamo in tre ad alternarci. Come e quando verrà vaccinata?». C’è il pensionato ottantaseienne arrabbiato: «quando toccherà a me? Non si può più aspettare! Basta con i proclami: ora bisogna agire!». E il nipote preoccupatissimo di fronte a un piano che appare discriminatorio: «E mia nonna novantenne? A quando? Non capisco la logica. Mi spiegate per cortesia la ratio di cominciare dagli ottantenni e non dalle persone ancora più anziane?».
Insomma, è un vero e proprio boom di richieste di aiuto, assistenza e informazioni quello scaturito dalla denuncia delle tre sigle sindacali dei pensionati Cgil Cisl e Uil del Veneto nei confronti di un piano vaccinale considerato del tutto lacunoso per le categorie dei grandi anziani. In questi ultimi giorni lo Spi Cgil regionale sta raccogliendo le preoccupazioni di decine di veneti, sia da figli e nipoti di genitori ultra-ottantaquattrenni sia dagli stessi anziani, molti dei quali si sentono prodotti di scarto e contestano invece la propria vitalità e la propria voglia di vivere. Secondo quanto rilevato dal sindacato in base all’attuale programmazione regionale, 207 mila ultra84enni veneti non sanno ancora quando si potranno vaccinare. L’unica cosa certa è che dovranno aspettare diverse settimane, mentre nelle altre Regioni li stanno già vaccinando. Questa incertezza sui tempi sta creando panico anche di fronte alle varianti del virus sempre più diffuse.
«Le segnalazioni che riceviamo sono drammatiche – confermano della segreteria dello Spi Cgil del Veneto. Gli anziani – come stiamo toccando con mano tutti i giorni – sono persone piene di voglia di vivere, attive, per nulla avulse dalla società. Hanno tantissimi interessi, rappresentano la memoria della storia del nostro Paese, con le loro pensioni aiutano i propri cari a far quadrare i bilanci familiari. Il segnale che si lancia con questa programmazione è inquietante, sembra che certe categorie di persone a rischio siano sacrificabili. Questo – concludono dallo Spi – non lo accettiamo e chiediamo alla Regione di rivedere il proprio piano vaccinale per dare speranza e conforto ai nostri grandi anziani che in questo momento si sentono completamente abbandonati. E stiamo parlando di persone che per il 90% sono prontissime a vaccinarsi anche adesso, come dimostra un nostro recente questionario sul tema».