Vicenza, 17 febbraio 2021 – Da giorni sui media si parla delle dosi di vaccino per il coronavirus che sarebbero state proposte al governatore del Veneto Zaia. Tv e quotidiani nazionali stanno dando ampio risalto alla vicenda. Tuttavia il professor Renato Ellero, veneziano ma vicentino di adozione, già docente di diritto penale all’università di Padova spiega che ci sono «parecchi aspetti poco chiari» di cui l’amministrazione regionale veneta dovrà dare conto all’opinione pubblica anche perché il tema «è molto molto delicato» spiega il giurista ai taccuini di Lineanews.it
Professore Ellero che idea si è fatto della vicenda del ventilato acquisto di vaccini per il Sars-Cov-2 da parte della Regione Veneto?
«O è una pagliacciata di tipo elettoralistico o è una vicenda oscura. Nel secondo caso o il governatore chiarisce davvero il tutto a noi contribuenti che gli paghiamo lo stipendio, oppure in caso contrario, invito formalmente la procura veneziana ad aprire alcune indagini a modello 45, ossia quello delle indagini esplorative. Rammento al procuratore capo di Venezia dottor Bruno Cherchi nonché ai sostituti che pure lo stipendio dei magistrati è pagato dai cittadini. E che siamo scocciati assai dei silenzi assordanti della magistratura. Se qualcuno in procura poi ritiene che i miei interventi siano poco opportuni si sappia che ne farò altri che saranno molto opportuni. Anche perché sarà la Commissione europea a chiederne ragione».
Perché lei è così tranchant?
«Ma scusi me lo chiede? Anche i sassi sanno che in ragione di quanto stabilito dalla Ue solo gli Stati possono acquistare questi vaccini, altrimenti, oltre alle grane penali, tra le altre si rischia una corsa al rialzo dei prezzi. Ci sono fior fiore di articoli di stampa i quali ci ricordano che sulle cosiddette forniture parallele Pfizer e Astrazeneca hanno precisato a più riprese che non esistono appunto forniture parallele, ossia al di fuori dei canali governativi. Astrazeneca ha anche redatto un esposto da indirizzare ai carabinieri del Nas. I quali a questo punto dovranno, viste le notizie uscite sui media, andare a controllare le offerte che i vertici della Regione Veneto asseriscono siano arrivate a palazzo Balbi o da qualche altra parte».
Senta professore però presso i vertici della Regione del Veneto, dal direttore della Sanità Luciano Flor al presidente della giunta regionale, il leghista Luca Zaia, si rimarca il fatto che tutto sarebbe avvenuto seguendo i crismi dovuti ovvero senza forzature di alcun tipo. Sui media era stato tirato in ballo anche un ok che potrebbe arrivare o che è stato richiesto all’Aifa, ossia dalla agenzia nazionale del farmaco. E quindi come stanno le cose?
«L’Aifa non ha nessuna competenza. È come se Zaia o chi per lui il permesso di acquistare i vaccini lo andasse a chiedere al salumiere. La stessa Aifa, da quanto trapela, fa capire che quella strada è chiusa».
E allora?
«Orbene, poiché Zaia si dice alfiere della trasparenza ci dica in primis se è stato avvicinato da qualche intermediario. Ci dica se la Regione Veneto ha ricevuto proposte od offerte formali. Ci dica da parte di chi e ci dica se ha fatto uno screening accurato su questo o su questi soggetti. Mostri tutte le carte, riveli ogni dettaglio. Altrimenti questa storia comincia a prendere una piega inquietante nonché a suonare come una strana eco».
Lei fa riferimento al fatto che assai di recente in un approfondimento firmato da Alessio Lasta su La7 (https://www.la7.it/piazzapulita/video/il-mercato-parallelo-dei-vaccini-12-02-2021-364887) sia spuntato il nome di Luigi Crespi, l’ex sondaggista di Berlusconi?
«Già. Per di più questo è un aspetto bizzarro. Crespi, le cui grane giudiziarie sono note, sul blog di Huffingtonpost Italia il 25 novembre (https://drive.google.com/file/d/1XCYZa_yO8ADmf-2OrYwMGr_Z0_kTwn1w/view?usp=sharing) se ne uscì con un intervento in cui si sosteneva che, cito testualmente, non ci possiamo permettere di non vaccinare chi decide di non essere vaccinato: opinione di cui si può discutere, ma legittima. Poi Crespi, come ricorda La7 se ne esce con un documentario sulla pandemia in Lombardia. Poi sembra venire a contatto col fantomatico mediatore. È tutto bizzarro. Ora Zaia se lo sa ci deve dire, tra le altre, se sia venuto in contatto con quei soggetti immortalati dalle telecamere di La7. Io immagino che le opposizioni a palazzo Ferro Fini procederanno con un bell’accesso agli atti per conoscere come le cose stiano veramente».
A palazzo Balbi da tempo gira la voce che le richieste di documenti non vengano evase immediatamente. Verità o leggenda?
«Io non lo so. Io so solo che la legge e la copiosa giurisprudenza al riguardo ci dicono che il consigliere regionale ha diritto immediato, fatto salvo un minimo tempo tecnico, ad avere ciò che chiede. Se la richiesta non viene evasa siamo di fronte, a seconda dei casi, ad uno o più reati: rifiuto in atti d’ufficio, omissione in atti d’ufficio, attentato ai diritti politici del cittadino».
E Zaia sulle informazioni in merito al ventilato acquisto sul mercato differenziato del vaccino anti-Covid-19 come si sta comportando? Il governatore ritiene di agire per il bene dei veneti. Sì o no?
«Sulla trasparenza lui e il vertice della Regione stanno facendo melina. Il governatore, glissa, dice, non dice, cerca di svicolare. In ultima analisi scappa. Come è scappato come quando l’ho sfidato ad un dibattito pubblico per discutere di come l’ospedale di Vicenza mi ha ridotto nello stato di emiplegia in cui mi trovo. Ma questa è un’altra storia. Comunque anche sui vaccini io sfido Zaia e Flor a un confronto televisivo. Vediamo se accettano. Ad ogni modo su questa vicenda bisogna fare chiarezza assoluta. E dovrebbe muoversi anche la magistratura veneziana, lo ripeterò alla nausea. Anche se non ho ancora capito se si stia muovendo oppure no».
Che cosa vuole dire?
«Non aggiungo altro. Al momento».
Va bene, ma almeno volendo fare una riflessione sul piano più generale, lei è un esperto di diritto penale societario. In astratto è pensabile che ci sia un intermediario che proponga ad un ente pubblico qualsiasi un vaccino per canali paralleli dopo aver acquistato direttamente dalle case farmaceutiche?
«Senta, ma secondo lei le case farmaceutiche, sulle quali possiamo davvero dire di tutto, sono così fesse da mettere il sedere sulle pedate in questo modo? È chiaro che di fronte ad eventuali offerte, diciamo così alternative, tipicamente ci troviamo di fronte a due opzioni».
Quali?
«La prima è che chi propone il vaccino propone a sua volta un medicinale finto. Il che è un reato gravissimo, oltretutto facilmente accertabile perché è un attimo analizzare il contenuto di una fiala».
E la seconda?
«La seconda è che qualche organizzazione con pochi scrupoli, facendo affidamento su chi ha entrature presso governi di Stati arretrati, le classiche repubbliche delle banane, per esempio qualche nazione arretrata e corrotta, si accaparri vaccini che in teoria dovrebbero andare alla popolazione, che magari muore per mille altri motivi. Ecco poi sotto banco gli stock possono essere rivenduti a broker, che magari facendosi aiutare dal crimine organizzato, potrebbero tentare di ri-piazzare il tutto sul mercato dei paesi sviluppati i vaccini sgraffignati a qualche Stato sgangherato. Vaccini che magari possono anche essere stati ceduti dietro lauto compenso da qualche Stato che è anche un paradiso fiscale: il tutto a fronte di ricarichi copiosi. Ecco a quel punto quel qualcuno potrebbe provare a piazzare quella merce anche presso qualche ente pubblico di qualche Paese occidentale, dico per dire».
Però professore appunto anche il solo tentativo di piazzare quella merce, quanto meno in Italia, costituisce reato o no? Chi siede in una istituzione o chi è un funzionario pubblico peraltro non ha l’obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria ove venisse a conoscenza di episodi del genere, salva la circostanza che se non lo fa compie a sua volta un reato?
«Vedo che lei conosce il diritto penale molto meglio di tanti aspiranti soloni che ogni giorno pontificano in tv o sui social network. Ad ogni buon conto lasciando da parte ogni speculazione in materia giuridica, dopo aver letto i titoli dei quotidiani nazionali in cui si dà conto di uno Zaia che placidamente ammette (https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/16/vaccini-zaia-ho-ricevuto-offerte-per-27-milioni-di-dosi-ma-provenienza-e-tempi-sono-unincognita-sono-tarocchi-lo-dica-arcuri/6102738/) di avere ricevuto offerte per 27 milioni di dosi io mi aspetto che anche l’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, apra un fascicolo. Non se ne può più. Come può pretendere il governatore di sparare una sorbola del genere e poi beatamente chiedere al governo o a qualche ente romano di valutare la congruità di una offerta giunta su una scrivania della Regione Veneto. Io non ci sto a essere preso per i fondelli».
Bravo Marco
Ottimo articolo, chiaro il professore , condivido ogni sua risposta .
Ps mi dite perché condividendo l’articolo non risultano i commenti? Facebook