Pace, lavoro, welfare, ambiente: le priorità della Cgil del Veneto al XIII congresso

Pace, lavoro, welfare, ambiente: le priorità della Cgil del Veneto al XIII congresso

Venezia Mestre, 26 gennaio 2023 – Dopo 4mila assemblee nei luoghi di lavoro e nelle leghe dei pensionati della Regione, che hanno visto la partecipazione di 75mila lavoratrici e lavoratori; dopo i congressi delle categorie e delle Camere del Lavoro: si è aperto, nella mattinata di giovedì 26 gennaio 2023 al Laguna Palace di Mestre, il XIII congresso della Cgil del Veneto. 

Prima che prendesse la parola Tiziana Basso, è stato proiettato un breve ma intenso video sul conflitto in Ucraina e sulla battaglia, in solidarietà della popolazione civile e contro la guerra, del movimento pacifista veneto, italiano e internazionale, di cui il sindacato confederale fa attivamente parte. 

LA GUERRA IN UCRAINA

Ed è stata proprio l’instabilità geopolitica uno dei primi temi affrontati dalla segretaria generale della Cgil Veneto nella sua relazione. 

Non ci possiamo rassegnare – ha dichiarato Tiziana Basso – all’orrore, alle sofferenze indicibili della popolazione civile, ai condomini e agli ospedali bombardati, all’assenza di riscaldamento, di luce, di acqua, alla devastazione di un intero Paese, alla morte di decine di migliaia di soldati su entrambi i fronti. E non è accettabile il rischio che sta correndo l’intera umanità a causa di una possibile escalation, anche nucleare, del conflitto. Un rischio che va eliminato con la diplomazia e con il dialogo per raggiungere un immediato cessate il fuoco“. 

INFLAZIONE

Tutto questo, ha sottolineato Tiziana Basso, ha pesanti ricadute sociali anche sul nostro Paese e sul nostro territorio. I lavoratori che si rivolgono ai servizi fiscali del sindacato perdono, a causa dell’impennata dell’inflazione, circa 2257 euro in un anno, ma il micro-taglio del cuneo fiscale ne fa recuperare, nella migliore delle ipotesi, 396. È illusorio pensare che questo danneggi solo i redditi fissi, perché ne conseguirà una depressione della domanda interna e tutte quelle aziende che non hanno sbocchi nei mercati esteri pagheranno inevitabilmente pegno. Parliamo della grande maggioranza delle imprese, anche qui in Veneto, dove a mala pena un terzo delle aziende riesce a esportare. 

VICINI AL RISTAGNO ECONOMICO

E, infatti, le prospettive economiche del 2023 non sono affatto rosee. Nel rapporto statistico regionale si prevede una crescita per l’anno in corso di appena lo 0,3% e un calo del settore industriale dello 0,8%.
Si continua ad alimentare una narrazione ottimistica – commenta la sindacalista – che non fa i conti con i cambiamenti che stiamo subendo: le multinazionali entrate nelle nostre aziende hanno depredato marchi storici, per esempio della moda; fondi speculativi acquistano e smantellano aziende sanissime, a fini speculativi. Ci sono poi alcuni settori che subiscono particolarmente i processi di trasformazione tecnologica, come l’e-commerce e l’automotive“. 

POLITICHE INDUSTRIALI ANCHE IN VENETO

La Cgil ha affrontato una ad una le crisi aziendali, tutelando occupazione, professionalità e contribuendo a preservare parti importanti del tessuto produttivo. Ma questo non basta più: “Dobbiamo pretendere linee di indirizzo generali e un confronto vero sulle politiche industriali a livello regionale. Gli ingenti fondi del Pnrr, ma anche quelli della nuova programmazione europea, devono vedere una programmazione e una coerenza“. Altrimenti sarà difficile superare le difficoltà che ci aspettano, di cui si intravede qualche primo segnale anche sulla cassa integrazione, con le richieste dei primi sei mesi del 2022 che (pur segnando una riduzione rispetto all’anno precedente) sono superiori all’intero 2019, ossia alla fase precedente alla pandemia. 

SURRISCALDAMENTO GLOBALE

Altre conseguenze della guerra sono la corsa al riarmo e la brusca frenata della conversione ecologica, con il massiccio ritorno alle fonti fossili. “I Paesi, e soprattutto le grandi Potenze, – sostiene Tiziana Basso -, devono unire gli sforzi per contrastare l’emergenza climatica, sempre più allarmante, e non combattersi in nuovi e pericolosissimi conflitti. Per rendersi conto degli effetti della crisi ambientale non occorre andare lontano, basta guardare al Veneto dove questa estate ci siamo misurati con una siccità di cui ci sono ben pochi precedenti e dove si è verificata la tragedia della Marmolada, con le tante, troppe vittime che la valanga di ghiaccio e roccia si è portata con sé“. Anche su questo piano l’impegno del sindacato è massimo, con la battaglia anche legale sull’inquinamento da Pfas nel vicentino e con la richiesta di bonifica di Porto Marghera, cui va garantito un futuro industriale ecologicamente sostenibile.

WELFARE VENETO 

L’altro tema che preoccupa fortemente la Cgil è lo stato in cui versa il welfare regionale: “Il progressivo invecchiamento della popolazione (nel 2021 si sono registrati 189,3 ultrasessantacinquenni ogni 100 under 15) e il quadro che ci ha consegnato la pandemia ci chiedono un drastico cambiamento. A fronte delle carenze di personale, è necessaria una campagna straordinaria di assunzioni e la valorizzazione, anche dal punto di vista economico, delle lavoratrici e dei lavoratori già in servizio, nella sanità e nelle case di riposo. I turni sono massacranti in entrambi i casi, le carenze dei medici di base è ormai drammatica, le liste di attesa un problema sempre più grave. Se non interveniamo, sarà impossibile fermare la migrazione di sempre più pazienti e del personale, verso la sanità privata“. E i cittadini che non possono permettersi la sanità privata sono sempre di più, visto che nel “ricco” Nordest l’8,6% della popolazione versa in povertà economica. Nonostante la manifestazione unitaria a Venezia in cui unitariamente Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto di stanziare risorse per il welfare territoriale, la Regione ha scelto l’inerzia e a pagarne le conseguenze sono le famiglie e le persone più fragili, con l’aumento delle rette delle case di riposo, degli asili nido, con i mancati sostegni per l’affitto e tutto il resto. 

IL LAVORO

Infine, ma non certo in ordine di priorità, la questione del lavoro, intorno al quale ruota tutto il resto. L’occupazione femminile, al 57,7%, è ancora troppo bassa; il part time involontario, che al 90% riguarda le donne, è troppo alto; la precarietà e l’emigrazione giovanile sono tra le cause principali della denatalità: in vent’anni una città di 250.000 ragazze e ragazzi è scomparsa dal Veneto. 

Come si pensa di rimediare – conclude la segretaria generale della Cgil Veneto – senza sostenere le giovani coppie, senza garantire lavoro stabile. Pensiamo allo spopolamento delle aree interne, sempre più povere di servizi e di opportunità. Ci sono progetti interessanti, a cui crediamo fortemente: l’area logistica speciale tra Venezia e Rovigo, la valorizzazione delle eccellenze ambientali di Belluno. L’obbiettivo fondamentale è sempre quello di creare non un lavoro qualsiasi, ma un lavoro che contribuisca a dare un senso, che abbia un ruolo riconosciuto, che sia rispettato“. 

SICUREZZA SUL LAVORO CARENTE IN VENETO

Un lavoro da rendere sicuro, in una regione che registra 104 infortuni mortali nei primi 11 mesi del 2022 (una crescita del 7% rispetto al 2021). Un lavoro da proteggere anche contro la criminalità organizzata, sempre più radicata in Veneto e per combattere la quale la Cgil si è costituita parte civile nei principali processi contro le mafie che si stanno celebrando nei tribunali del territorio. 

XIII congresso Cgil Veneto
La platea del XIII congresso Cgil Veneto

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