Doppia preferenza di genere e liste elettorali paritarie, con alternanza tra uomo e donna, sono le richieste che la commissione regionale Pari Opportunità e il movimento Senonoraquando hanno rappresentato ai consiglieri della prima commissione di palazzo Ferro-Fini, impegnati a vagliare le diverse ipotesi di riforma elettorale. Nel contempo un gruppo di donne del movimento trasversale “Aperativà” ha manifestato in Canal Grande, di fronte alla sede del Consiglio regionale del Veneto, srotolando su gondole il manifesto “Più elette”.
“Solo tre donne in Consiglio regionale su 60 consiglieri sono una rappresentanza inadeguata, a riprova del grande scollamento che esiste tra politica e società civile”, ha esordito Simonetta Tregnago, presidente della commissione Pari opportunità, accompagnata dalla vice Cristina Greggio.
Tra le regioni italiane il Veneto si colloca agli ultimi posti in classifica per rappresentanza femminile”.
Le rappresentanti della commissione hanno pertanto sollecitato a introdurre nella legge elettorale una modifica che prevede l’indicazione, da parte degli elettori, di un doppio nome, necessariamente di sesso diverso, così come prevede la proposta di legge depositata dal Pd.
“La doppia preferenza rappresenta solo uno strumento, che forse può apparire una forzatura”, hanno aggiunto Tregnago, “ma in questa fase storica rappresenta una utile opportunità per invertire la tendenza e per dare finalmente una rappresentanza alle donne nel mondo della politica, consapevoli che la nostra battaglia e il nostro impegno devono proseguire perché le donne siano rappresentante in tutti i campi del vivere civile e sociale“.
“La legge elettorale in vigore in Veneto”, ha incalzato Simonetta Luciani, portavoce del coordinamento regionale di Senonoraquando, “non permette alle cittadine venete di eleggere le proprie rappresentanti. Chiediamo una nuova legge, che preveda la doppia preferenza di genere, per dare una giusta rappresentanza alle donne. Non vorremmo aspettare sino al 2095 per vedere realizzata la parità di genere in Italia, come dicono le previsioni sul ‘gender gap’ elaborate dal World Economic Forum”