Vicenza, 7 luglio 2020 – “Ma sono marroni!” Di cosa stiamo parlando? Di un post sulla pagina Facebook della Biblioteca Bertoliana dedicato al bicentenario della nascita di Giacomo Zanella, abate poeta di Chiampo. Nell’immagine che accompagna il testo (che riportiamo sotto) vi è una foto con due oggetti marroni, bitorzoluti: un mistero risolto in Bertoliana ad oltre un secolo dalla morte di Zanella?
Ecco, dopo “la merda d’artista” che Piero Manzoni inscatolò nel 1961 siamo abituati ad aspettarci di tutto sul piano culturale e artistico.
E subito abbiamo immaginato che questi due oggetti marroni fossero parallelamente alle poesie prodotte dall’interiorità del poeta, un “prodotto intimo” dell’illustre abate! E invece …
Ecco il testo del post della Biblioteca su Facebook:
LE CONCHIGLIE ISPIRATRICI DI GIACOMO ZANELLA
Si apre con un richiamo alla poesia più celebre di Giacomo Zanella, la rassegna social a lui dedicata dalla Biblioteca civica Bertoliana nel bicentenario della nascita dell’abate poeta di Chiampo.
Le suppellettili ritratte in questa foto, e conservate fra le carte Zanella custodite dalla Bertoliana, sono quelle che ispirarono il poeta per “Sopra una conchiglia fossile nel mio studio”, ode scritta in pochi giorni nel 1864 in occasione delle nozze dell’amico e discepolo Luigi Luzzatti. Questa la prima strofa del componimento:
Sul chiuso quaderno/ Di vati famosi,/ Dal musco materno/ Lontana riposi,/ Riposi marmorea, Dell’onde già figlia,/ Ritorta conchiglia.
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Non capisco quali misteri siano stati svelati. Si vede chiaramente che sono due conchiglie fossili e quindi ispiratrici della meravigliosa poesia del poeta
Caro professore,
mi dispiace che lei, persona che conosciamo di intelletto, fondatore di scuole, consigliere comunale, non colga l’equivoco fotografico in cui è caduta la Biblioteca e sul quale, ci permetta, abbiamo preferito sorridere piuttosto che condannare!