Il ristoratore Paolo Vicari assolve i baristi birichini: “aumenti ingiustificati, questi sono alla canna del gas”

Il ristoratore Paolo Vicari assolve i baristi birichini: “aumenti ingiustificati, questi sono alla canna del gas”

Vicenza, 20 maggio 2020 – “L’aumento del prezzo del caffè al banco, di 20 o 30 cent non lo giustifico. Purtroppo un gesto del genere, che arriva subito dopo la quarantena, rappresenta la disperazione! Siate comprensivi con questi baristi anche se non è la mia categoria. E vi segnalo che sta dilagando la povertà: ci sono tante famiglie che non hanno di che vivere”. Così esordisce Paolo Vicari, ristoratore e cuoco della Osteria/Trattoria alle Botti di viale San Lazzaro 30 a Vicenza.

Ecco siccome ci sono tante famiglie che non hanno di che vivere (purtroppo è vero) e tante altre che portano a casa redditi dimezzati, qui a LineaNews pensiamo che alzare i prezzi del bar oggi ha solo l’effetto di allontanare ancora di più la gente dai locali.

Ma il ristoratore Vicari (“lo sa che mi chiamano Erode perché non sopporto i bambini?”), in questi giorni che fa il volontario si commuove – così ci ha raccontato – nel portare la spesa a casa di famiglie che hanno il frigo vuoto: “ci siamo organizzati tra amici in accordo con l’assessore al sociale Matteo Tosetto – racconta – per aiutare quelle famiglie che Caritas e Comune non riescono a raggiungere perché le risorse sono limitate: ebbene mi sono commosso ad entrare in queste case con i bambini che ti aspettano sull’uscio e ti ringraziano perché hai portato loro il pane e le uova”.

Tanto di cappello per quest’uomo formidabile che nonostante il dramma della chiusura del suo locale ha trovato la forza e la voglia di fare anche del volontariato e della beneficienza. “Però sono arrabbiato sia con le ‘tartarughe ninja’ (Casa Pound, ndr) sia con quelli del Bocciodromo”. E perché mai? “ho detto loro che non devono andare con le maglie ‘politicizzate’ a portare la spesa alla gente bisognosa: devono essere neutri politicamente, che indossino solo magliette bianche altrimenti non andiamo d’accordo!”

Torniamo ai problemi pratici di ristoratori e baristi. “Qui da me ho 150 metri quadri di locale e da 70 coperti scendo (rispettando le norme) a 40 posti a sedere. Pensate a quei bar in centro da 20-30 metri quadri che in passato all’ora dell’aperitivo avevano oltre 30 persone presenti: ora ne possono tenere al massimo 4 o 5”.

“Noi ristoratori ce la caviamo – continua Vicari – perché con un nostro piatto facciamo 10 caffè in una volta sola, ma i baristi che fatto solo caffè cappuccini e brioches e prima vendevano al giorno 1000 caffè e ora ne vendono 100, come fanno a guadagnarsi la giornata? è evidente che poi fanno scelte inconsulte: sono alla canna del gas! Voi giornalisti dovete essere comprensivi”.

“Certo però che quando sei alla disperazione – sottolinea – poi sei disposto anche a farti strumentalizzare politicamente, come è avvenuto in alcuni flash mob … situazioni che a me non sono piaciute per nulla!”

Vicari fa parte del gruppo di ristoratori, baristi e esercenti GUIA (Gestori Uniti Indipendenti Attività commerciali), di cui fanno parte 240 “teste” ma sottolinea che lui non partecipa alle manifestazioni: deve lavorare!

RIFLESSIONE

DISPERAZIONE: anche i manovali della malavita spesso vengono dalla disperazione, dalla povertà, e dovremmo essere comprensivi se rubano, rapinano, spacciano, ammazzano? Ricordo: siamo in uno Stato di Diritto!

Dalla povertà e dalla disperazione vengono tanti grandi uomini e donne, che hanno fatto grande l’economia e la politica e il nostro Paese, tanti padri della Costituzione: pensiamo solo ai nostri genitori e nonni che hanno vissuto anni di galera e di confino durante il fascismo, o che durante il governo di Tito in Jugoslavia sono stati espulsi come apolidi dal regime comunista: magistrati, professionisti, docenti universitari, insegnanti, operai e artigiani, che dalla sera alla mattina si sono trovati in Austria (paese neutrale tra i due blocchi durante la Guerra fredda) senza nemmeno il passaporto e con il problema, SERIO, di dover sfamare la famiglia! Cacciati dalla Slovenia con fucili e mitra puntati, costretti ad una marcia di chilometri sotto la pioggia e solo con i vestiti che avevano addosso. E perché? erano cattolici e avevano il vizio di andare a messa una volta alla settimana! E una volta a Klagenfurt non avevano nemmeno casa! Alcune di queste persone hanno rivisto i loro cari dopo 30 o 40 anni! Eppure credevano nella Provvidenza e non si sono scoraggiati e nemmeno “hanno messo in pratica gesti inconsulti” o addirittura illegali. Erano alla disperazione e non hanno “abiurato” al cattolicesimo per abbracciare il comunismo titino!

L’inchiesta continua: nelle prossime ore un altro articolo con alcune interviste realizzate in centro a Vicenza.

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