Padova, 17 novembre 2020 – Flashmob oggi a Padova davanti al liceo Fermi e in altre 10 scuole del Veneto con l’hashtag #ancoradimenticati
Sono gli studenti della Rete degli studenti medi e dell’Unione degli Universitari che oggi si sono messi a seguire le lezioni con in pc sulle ginocchia tutti seduti sulle scalinate delle loro scuole e dei loro licei.
E dal Veneto hanno spedito una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte
Il COMUNICATO della Rete degli Studenti Medi Veneto
La pandemia ci ha fatto rimanere a casa, a fare lezione dietro ad un monitor, da ormai quasi nove mesi, senza risposte e certezze sul futuro della scuola e degli studenti.
La Rete degli Studenti Medi e l’Unione degli Universitari inviato oggi, 17 novembre, in occasione della giornata internazionale del diritto allo studio, una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per focalizzare l’attenzione e la discussione in vista della legge di bilancio su istruzione, università e ricerca.
”Come studenti ci sentiamo davvero dimenticati dietro ad uno schermo, sono nove mesi che proviamo a dire la nostra sul rientro e sulla didattica a distanza e sono nove mesi che veniamo ignorati dal governo e dalla regione- dichiara Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto- sapevamo che purtroppo saremo tornati a fare lezione da casa, ma dobbiamo poterlo fare con delle garanzie, delle tutele e delle basi solide per il nostro futuro. Chiediamo che almeno la scuola sia un punto fermo e che diventi la priorità e l’investimento dell’intero paese.”
Studentesse e studenti si sono mobilitatiti in tutto il Veneto per la giornata dello studente, dalle assemblee auto-convocate ai flashmob davanti alle scuole, il messaggio è chiaro: ”ci sentiamo ancora dimenticati dietro ad uno schermo!”
Sono più di 800 i ragazzi che si sono collegati nelle assemblee nel vicentino, e più di dieci le scuole venete davanti alle quali si sono trovati con computer e libri a seguire le lezioni online: chiedono progettualità sulla scuola e vogliono portare nei consigli di istituto la loro Carta dei Diritti per la Didattica a Distanza.
”Durante la didattica normale gli studenti potevano contare sullo Statuto delle studentesse e degli studenti, ora non c’è nessuna forma di garanzia e tutela per noi. Dal 1998 ad oggi, proprio con questa didattica digitale dovuta al semi-lockdown, le cose sono cambiate molto: serviva assolutamente adattare lo Statuto con le esigenze della DAD- conclude Martina Buffolo– Abbiamo una proposta molto concreta alla faccia di chi accusa i giovani di parlare e basta! Ci siamo presentati oggi attraverso queste azioni simboliche per ricordare che, sebbene dietro ad uno schermo, la scuola per noi deve andare avanti, ma non così! Ora è tempo di cambiare rotta ed investire con progettualità sull’istruzione pubblica: dobbiamo puntare diritti al futuro!”
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