Ferrari (Cgil Veneto): «Il “pentimento” del presidente Zaia su nucleare e trivellazioni in Adriatico è sbagliato e velleitario»

Ferrari (Cgil Veneto): «Il “pentimento” del presidente Zaia su nucleare e trivellazioni in Adriatico è sbagliato e velleitario»

Venezia Mestre, 17 febbraio 2022- Ieri il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia si è detto favorevole all’energia nucleare (qui le dichiarazioni su PadovaOggi). Inoltre ha rilasciato delle interviste ai maggiori quotidiani veneti in cui afferma che le scelte in materia di energia negli ultimi anni sarebbero state in gran parte sbagliate e che oggi il nucleare, se vi fosse, ci avrebbe salvato dai rincari alle stelle delle bollette. Il Gazzettino con un articolo di Alda Vanzan titola: Zaia: «Contro il caro energia serve il nucleare in Italia per non spopolare territori produttivi» . Polesine24.it (La Voce di Rovigo) titola: Zaia apre al ritorno del nucleare.

Molte le risposte delle forze politiche in Consiglio regionale e anche dei “corpi intermedi”: di seguito una nota della Cgil del Veneto a firma del segretario generale Christian Ferrari.

«Le dichiarazioni del presidente Zaia su ritorno al nucleare e nuove trivellazioni nell’alto Adriatico vanno, a nostro avviso, nella direzione sbagliata – esordisce Ferrari -. E a corroborare questa convinzione sono i fatti, i numeri».

«La crisi energetica che colpisce drammaticamente le imprese e le famiglie, in particolare le più fragili, è un gravissimo problema.

LA PACE COME SOLUZIONE IMMEDIATA

Servono soluzioni immediate, sia attraverso maggiori sostegni economici sia risolvendo le tensioni geopolitiche che stanno incidendo pesantemente sui costi del gas

Anche questa volta, la pace – oltre ad essere la strada giusta e doverosa – è la più conveniente per tutti.

Le soluzioni invece del nucleare “sicuro” (ammesso e non concesso che sia già disponibile una tecnologia priva di rischi) e dell’aumento della produzione nazionale di gas sono semplicemente illusorie».

IL NUCLEARE SAREBBE PRONTO TRA 20 ANNI

«Se iniziassimo oggi a costruire nuove centrali, diventerebbero operative non prima di vent’anni – spiega Ferrari -. E proviamo solo ad immaginare le tensioni che causerebbe la scelta di localizzarle nel nostro territorio regionale».

«Anche le nuove estrazioni di gas presentano le stesse contraddizioni: aumenterebbero marginalmente la produzione e lo farebbero tra molti anni. Un tempo che non ci possiamo permettere».

SECONDO NOMISMA SERVONO 10 ANNI PER AUMENTARE PRODUZIONE GAS IN ITALIA

«Nomisma, non certo un’associazione ambientalista, sostiene che servirebbe almeno un decennio per aumentare significativamente la produzione di gas». 

«Comunque, se anche riuscissimo a raddoppiarla, non riusciremmo a coprire nemmeno il 10% del nostro fabbisogno. Con effetti pressoché nulli sui prezzi, determinati attualmente a livello europeo».

DUE REFERENDUM CHE HANNO BLOCCATO IL NUCLEARE

«C’è, infine, il non trascurabile dettaglio di due referendum che hanno bocciato il nucleare – prosegue il Segretario generale della Cgil del Veneto -. Il secondo, celebrato nel 2011, ha visto il sostegno dello stesso presidente del Veneto». 

ZAIA VOTO’ NO ALLE TRIVELLAZIONI IN ADRIATICO!

Ci ricorda Christian Ferrari: «Zaia, inoltre, ha votato a favore del no alle trivellazioni nel referendum del 2016 che, però, non ha raggiunto il quorum».

LE CONTRADDIZIONI DI ZAIA SONO CLAMOROSE

«Le sue dichiarazioni, quindi, oltre che sbagliate, smentiscono clamorosamente sue convinzioni che sembravano radicate», sottolinea il Segretario generale Cgil del Veneto.

«Ma, al di là di singole prese di posizione, la sensazione è che da più parti ci sia il tentativo di trasformare la crisi energetica in corso in un gigantesco alibi per frenare, o addirittura arrestare, la conversione ecologica del sistema produttivo da cui dipende lo stesso futuro del pianeta». 

NON CI SONO ALTERNATIVE ALLE RINNOVABILI

«Non ci sono alternative a una accelerazione sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico (come stanno già facendo le imprese più lungimiranti), gestendo la transizione con realismo ma senza puntare su soluzioni velleitarie che guardano al passato».

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