Vicenza, 3 agosto 2021 – Per la prima volta a livello nazionale calano sia gli iscritti nella sezione A (in cui sono iscritti dottori e ragionieri commercialisti che vanno al di là del titolo di “esperti contabili”) dell’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (– 0,1%) sia i praticanti (-9,8%). E’ questa la fotografia pre-Covid scattata dal Rapporto sull’Albo del Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili del CNDCEC di novembre 2020 esaminando i dati 2019 rispetto al 2018.
“I dati per il Veneto sono diversi – fa notare il dottore commercialista Andrea Cecchetto, componente del Consiglio Confprofessioni del Veneto – , perché fanno registrare una leggera crescita di iscritti all’Albo (+0,6%) ma anche il dato regionale non inverte il trend decrescente per i tirocinanti, che evidenzia un – 15% nel 2019 rispetto al 2018″. Di seguito i numeri dei commercialisti veneti per provincia nel 2019.
Provincia numero iscritti albo Odcec Var % 2019 su 2018
Belluno 200 +1,5%
Padova 1.650 +0,1%
Treviso 1.490 +0,5%
Rovigo 314 -0,9%
Venezia 1.200 +0,8%
Verona 1.807 +1,9%
Vicenza 1.588 -0,1%
“Tuttavia – continua Andrea Cecchetto – dietro questa presunta “tenuta” del numero di iscritti, il continuo calo del numero di iscrizioni agli esami di abilitazione apre gli occhi: il numero di commercialisti non è in caduta libera solo per l’allungamento dell’età lavorativa e le contenute cancellazioni dei senior, magari già in pensione da tempo”.
Infatti in Veneto solo il 16,7% ha meno di 40 anni, il 62,2% si colloca fra i 41 e i 60 anni; il 21,1% ha più di 60 anni.
“Questa caduta drastica della fascia giovanile – spiega il rappresentante dei giovani dottori commercialisti in Confprofessioni del Veneto – ha convinto di recente un altro Ordine, il Consiglio Nazionale degli ingegneri, ad appoggiare con forza il Disegno di Legge sulle lauree abilitanti in discussione in questi mesi in Parlamento”.
L’obiettivo dichiarato è quello di accelerare l’ingresso nel mondo del lavoro dei più giovani; all’Ordine poi il progetto di certificare le competenze e le specializzazioni degli iscritti implementando ulteriori servizi rivolti anche ai non iscritti. Questa la ricetta degli ingegneri.
“Anche per i commercialisti potrebbe essere una soluzione – commenta Andrea Cecchetto -. Tuttavia resta un interrogativo: oltre ad “aprire” i cancelli per accogliere i giovanissimi, non sarebbe auspicabile introdurre ulteriori misure di sostegno per gli under 40-50?”
E aggiunge il rappresentante dei commercialisti nel sindacato dei professionisti veneto: “A titolo esemplificativo si pensi alla nuova misura lanciata in Regione Lombardia per sostenere anche la costituzione di Stp (Società tra Professionisti). Non era forse preferibile incentivare maggiormente le parti deboli, i più giovani, che spesso lavorano da anni per la clientela di studio e per questo non hanno le risorse finanziarie per entrare nelle compagini degli studi?”
“Ancora, sarebbe auspicabile un ragionamento a livello legislativo/ordinistico per incentivare la presenza dei più giovani (da un punto di vista lavorativo e non prettamente anagrafico) a ricoprire determinati incarichi (penso ai Collegi Sindacali o agli incarichi in Tribunale) al fine di far ruotare gli incarichi privilegiando chi è all’inizio o nel pieno della propria vita lavorativa rispetto magari a chi essendo già in pensione può già godere di un reddito aggiuntivo.
“Anche in ambito professionale – conclude Andrea Cecchetto – serve un ricambio generazionale e serve creare quell’idea realistica di possibilità di carriera che attualmente sembra solo un miraggio”.
Questo allarme sulla difficoltà dei giovani ad affacciarsi alla professione non riguarda solo i commercialisti ma in genere tutte le professioni come da tempo evidenziato da Confprofessioni Veneto.
(fonte: Confprofessioni Veneto)