Venezia Mestre, 6 gennaio 2021 – La Cgil del Veneto e la Federazione dei lavoratori dei trasporti (FILT) della Cgil regionale puntano il dito sulle mancanze relative al coordinamento tra trasporto pubblico locale (TPL) e esigenze scolastiche e dei pendolari nel rispetto delle norme anti-covid. Dicono CGIL e FILT del Veneto: “Si continui a lavorare per adeguare il trasporto pubblico alla ripartenza della scuola. Non sprechiamo le prossime settimane”. Ma leggiamo di seguito la nota sindacale.
NOTA DI CGIL E FILT REGIONALE DEL VENETO
Dichiarazione di Silvana Fanelli, segreteria confederale Cgil Veneto, e di Renzo Varagnolo, segretario generale Filt Cgil Veneto
“Lo scorso autunno la Regione Veneto non ha fatto sostanzialmente nulla per adeguare il trasporto pubblico alla ripartenza in sicurezza della scuola. Si è perfino teorizzata la capienza al 100% e si è varata un’apposita ordinanza in proposito.
Grazie in particolare al lavoro dei prefetti, questo inverno le cose sono andate diversamente. Sono stati finalmente approvati i piani per la mobilità, con la collaborazione delle forze sociali e delle aziende pubbliche e private.
Purtroppo, la condizione epidemiologica, frutto delle scelte sbagliate compiute negli ultimi mesi, quando si è deciso di non fare nulla per contrastare l’epidemia, non ha consentito l’apertura della scuola.
A pagarne le conseguenze gli studenti innanzitutto e, insieme a loro, i lavoratori e le lavoratici del trasporto pubblico locale.
Se si fosse fatto quanto necessario, si sarebbero potute ridurre le casse integrazioni e fornire maggiori servizi alla cittadinanza.
La speranza è che la Regione comprenda come, senza mettere al primo posto la salute e la sicurezza della popolazione e senza interventi organizzativi concreti e puntuali su tutta la gestione della mobilità delle persone (non solo Tpl, ma piani integrati di mobilità della popolazione), la ripresa di tutte le attività, siano esse economiche o attinenti alla vita sociale, si allontanerà invece di avvicinarsi.
Vanno utilizzati questi ulteriori venti giorni che abbiamo a disposizione per riorganizzare la ripresa delle attività didattiche in presenza ed il sistema del trasporto pubblico locale, coinvolgendo tutte le parti sociali.
Siamo stanchi di intervenire solo per garantire la cassa integrazione di lavoratori e lavoratrici che vogliono tornare finalmente al lavoro“.
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