Roma, 10 maggio 2020 – La Provincia autonoma di Trento aveva decretato che M49, il giovane orso adulto chiamato Papillon, fosse diventato pericoloso per i numerosi danni alle greggi e alle mandrie, oltre alle scorribande di questa primavera anche nei rifugi e nelle malghe delle Piccole Dolomiti nel Vicentino. Era stato catturato l’estate scorsa la prima volta: poi è scappato ed è rimasto alla macchia per tutto il periodo del letargo invernale. Qualche settimana fa dopo aver fatto irruzione in due malghe e un rifugio sul versante trentino del Carega e aver sconfinato in provincia di Vicenza, è ridisceso in Vallagarina attraversando nottetempo l’autostrada. Latitante per 9 mesi è stato catturato dalla polizia forestale trentina sopra Tione nelle Giudicarie e portato nel recinto del Casteller dove si trova in compagnia di un altro esemplare di sesso femminile. Il caso è giunto in Parlamento grazie alle deputate del gruppo misto la vicentina Cunial, la padovana Benedetti e la campana Nugnes.
Questa la nota delle tre parlamentari del Gruppo Misto alla Camera dei Deputati:
“Abbiamo appreso dalla stampa come l’orso Papillon (M49) sia ora confinato in un’area ampia 0,8 ettari, assolutamente insufficiente per le sue esigenze”. Questo il pensiero delle portavoci del Gruppo Misto Silvia Benedetti, Sara Cunial e Paola Nugnes, che continuano: “Papillon non aveva dimostrato particolare pericolosità per l’uomo, essendosi limitato a muoversi per il Nord Italia come un esemplare della sua specie fa normalmente.
La decisione della Provincia autonoma di Trento di confinarlo in un’area delimitata è legittima anche se opinabile, ma consideriamo inaccettabile l’esiguità della superficie.
Al di là della polemiche sulle misure dichiarate o meno dalla Provincia, ciò che ci preme è che Papillon possa vivere in un ambiente consono rispetto alle sue esigenze.
Tutti noi abbiamo vissuto negli ultimi due mesi in quarantena, con tutto ciò che comporta il vivere in spazi angusti con altre persone e veder limitata la nostra libertà di movimento: Papillon non merita di subire lo stesso trattamento.
Ci appelliamo alla Provincia di Trento e al Ministro Costa: si garantisca a Papillon ed alla “compagna di prigionia” DJ3, confinati in un’area grande come un campo da calcio, di potersi muovere e vivere in spazi ben più ampi, anche valutando se esistono altre strutture più adatte rispetto al Casteller in altre zone d’Italia ”, terminano le Parlamentari.