Lupo sul Nevegal: 15 pecore azzannate, Coldiretti chiede sicurezza

Lupo sul Nevegal: 15 pecore azzannate, Coldiretti chiede sicurezza

Belluno, 1 settembre 2020 – Il lupo aggredisce un gregge di pecore alpagote sul Nevegal nel bellunese a poca distanza da un ristorante. Il racconto di Marco Vuerich, giovane allevatore, gestore della Malga Faverghera e titolare della allevamento esprime tutta l’impotenza davanti ad una situazione ormai fuori controllo. L’allevatore richiama l’attenzione sul tema della sicurezza dei cittadini, dei turisti oltre che delle aziende zootecniche messe in pericolo dalle ripetute incursioni  in baite, rifugi e malghe.

“I capi sono tutti di una razza in via d’estinzione – spiega Marco Vuerich – cresciuti al pascolo, in un’area di pregiata bellezza attrazione per famiglie ed escursionisti. Una quindicina gli animali azzannati, ma manca all’appello ancora qualche esemplare della cinquantina di ovini allevati”.

Pecora azzannata dal lupo sul Nevegal

“Ennesimo caso che manifesta le difficoltà di chi lavora e vive sul territorio – denuncia Coldiretti Veneto – Gli agricoltori hanno fatto di tutto: applicato i sistemi di protezione dalle recinzioni elettriche ai cani da guardiania, anche in contesti particolari, rispettando le regole. Ora sono ormai al limite, in  circolazione ci sono sempre più branchi di lupi che si aggirano indisturbati in aree rurali fino al limite dei centri urbani.

Dalla Lessinia fino alle Dolomiti  il proliferare dei grandi predatori rappresenta un grave rischio non solo per l’incolumità delle persone ma anche per le attività economiche, dall’agricoltura al turismo, alle prese con una difficile ripartenza dopo l’emergenza coronavirus.

Negli ultimi anni si è reso così necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti.  

Agli animali uccisi si aggiungono – precisa la Coldiretti – peraltro i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti nei capi sopravvissuti. Gli agricoltori hanno messo in campo tutti i sistemi di protezione – spiega Coldiretti Veneto –che purtroppo si stanno dimostrando insufficienti visto quello che sta succedendo.

Occorre ripristinare l’equilibrio naturale con azioni decisive e strategiche – evidenzia Coldiretti Veneto – per non lasciar morire i pascoli e costringere alla fuga migliaia di famiglie che da generazioni popolano le montagne ma anche i tanti giovani che faticosamente sono tornati per tutelare la biodiversità con il recupero delle storiche razze italiane.

Serve dunque responsabilità nella tutela del lavoro di pastori e allevatori che – conclude Coldiretti Veneto – con coraggio continuano ad operare e a dare servizi alla collettività, contro degrado, frane e alluvioni che minacciano anche le città”.

(fonte: Coldiretti Veneto)

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