Succede che il più grande parcheggio del centro storico a Vicenza, il park Fogazzaro (a Nord, vicino a Porta Santa Croce) abbia un’entrata agevole da Pedemuro San Biagio (sede AIM), ma un’uscita problematica su Ponte Novo, una struttura che alla lunga, così com’è, non potrà reggere al traffico senza manutenzioni straordinarie. La soluzione per il neo assessore alle infrastrutture del Comune di Vicenza, Claudio Cicero, è una nuova strada tra il fiume Bacchiglione e il complesso di San Biagio, ex carcere. Una strada a senso unico in una zona depressa del centro storico. Un’iniziativa che trova l’opposizione di cittadini che d’estate frequentano l’Ultima Spiaggia, un locale all’aperto sull’ansa del fiume che subito dopo raggiunge Ponte Pusterla. Quello spazio sarà coperto da questa strada. Addirittura negli ultimi giorni è stata lanciata una petizione per bloccare l’iniziativa viabilistica comunale, tra l’altro prevista da alcuni lustri.
Di seguito un interessante intervento del professor Luciano Parolin, componente della commissione toponomastica comunale, che riceviamo e pubblichiamo, dal titolo «A tutti coloro che amano Vicenza e la sua Storia». (fb)

Al centro dall’alto l’ex carcere di Vicenza, il complesso dell’ex convento di San Biagio, tra il Bacchiglione e la sede degli uffici delle AIM
Scrive Luciano Parolin, già preside della scuola media Palladio e autore di diverse ricerche storiche e riguardanti la toponomastica vicentina:
«Siamo in tanti ad essere pienamente a favore del progetto dell’assessore Claudio Cicero, per aprire alle auto una nuova Stradella delle Carceri ed abbreviare l’accesso al Park Fogazzaro; con questo intervento si può ridurre il traffico sul Ponte Novo ora eccessivo.
Come sempre, qualche oppositore obbietta, forse non si è (ancora) accorto che aria tira!
Non capisco come si possa difendere quell’ orribile chiosco, con ombrelloni, piazzato su una “sabbionara” ove si prende la tintarella fluviale, anche in topless, tra urla e schiamazzi, con sfondo di cessi chimici, bambini che corrono in un luogo frequentato da topi e nutrie e quindi soggetto a periodiche derattizzazioni.
Doveva essere un’ area di riposo e relax per i vicentini, ma si è trasformata, com’era facilmente prevedibile, in una discoteca a cielo aperto, con potenti amplificatori, tanto di DJ, e periodici settimanali festival con centinaia di partecipanti. Insomma dei veri concerti incontrollati, i cui rumori, si disperdono nell’aria sino a raggiungere l’ Ospedale San Bortolo.
Dopo ogni spettacolo, decine di sacchi di immondizia, vomitate ad ogni angolo, orinatoi a muro, e altro. Ma a sentire la sinistra, che difende “il quartiere del chiosco” la zona è stata riqualificata!
Mi domando da chi? Dal quasi rave party in pieno centro storico?
Da aggiungere per chi vi abita o lavora, ì parcheggi selvaggi, in zone di divieto, residenti sottoposti ad inquinamento acustico e costretti per tutta l’estate a cercare posto auto altrove e chiudere le finestre.

un antico carteggio che riprende l’area dei mulini a valle di Ponte Pusterla: la Spiaggetta è a monte
Il bacino di Pusterla, non è naturale, ma artificiale, fu un progetto idraulico del 1854, per deviare il Bacchiglione verso le due sponde ed alimentare così i numerosi molini usati come forza motrice di alcune imprese esistenti a Ponte Pusterla, una lapide ricorda l’evento. Un posto così delicato dal punto di vista storico, architettonico, ambientale, residenziale, non può essere maltrattato in questo modo!
A suo tempo avevo proposto un percorso museale esterno a salvaguardia dei meccanismi dei molini, in parte funzionanti: Roan, Casarotto, Rumor ecc. Ma nulla si fece! Speriamo che la nuova strada, porti un ritorno alla normalità del quartiere. A proposito, chi ha dato le concessioni d’uso di quello spazio? Almeno ci dicano il nome del responsabile».
Insomma della Spiaggetta si può fare anche a meno! Al limite la trasferiremo al Livelon … o meglio ancora a Campo Marzo!
(foto aeree tratte dal satellite di Google, la riproduzione della mappa storica ci è stata fornita da Luciano Parolin)
Forse l’autore di questo articolo non si accorge, o non vuole vedere, che per cause naturali nella città esistono giovani. Ragazzi e ragazze che vengono da dentro e fuori e col caldo estivo vogliono trovare un posto di ritrovo che li rappresenti, ovvero l’ultima spiaggia tiki Beach. Parlando di topless, costumi da bagno e rave party mi accorgo di come l’autore non sia mai venuto veramente alla spiaggetta, ma magari abiti nelle vicinanze e la veda come un disturbo impellente alla sua partita in tv del sabato sera. La spiaggetta NON DISTURBA le case circostanti, se non durante la prima serata con la musica (che deve essere spenta per leggi comunali già esistenti). NON impatta sul degrado cittadino, attivando una zona che altrimenti sarebbe ancora più pericolosa perché senza attività serali.
La strada invece produce più possibilità di smog in una città in cui l’inquinamento è un problema serio (quindi non vedo nulla di meglio del “problema ambientale” della spiaggetta) , e incentiverebbe l’uso delle macchine al posto dei più ecologici (quando moderni), più redditizi mezzi pubblici.
Se si ostacolano, non ascoltando, i giovani, Vicenza non avrà un futuro, altro che destre e sinistre.