Sul diario “velato” di Carré interviene Elena Donazzan: “capisco, la gente è esasperata”

image1“Questa mattina mi è giunta una segnalazione secondo la quale all’Istituto comprensivo di Carrè-Chiuppano-Zanè sia stato consegnato agli studenti un diario scolastico con in copertina sei donne con lo hijab, il tradizionale velo islamico, salvo poi emergere che la persona ritratta, in stile Andy Warhol, è il premio Nobel Malala Yousafzai, giovane attivista pakistana per il diritto all’istruzione nei Paesi islamici.
In un primo momento, non riconoscendo il personaggio, alcuni genitori avevano preso con sconcerto l’iniziativa della scuola, sconcerto che non mi sento di condannare e che ci dà la misura della legittima esasperazione che un po’ tutti noi percepiamo per la svendita della nostra cultura e della nostra identità, a favore della promozione di altre culture. Tutto questo lo ritengo un segnale di forte debolezza”.
È quanto afferma l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, raccontando il fatto che nella giornata di oggi ha fatto discutere tra genitori e insegnanti dell’Istituto comprensivo “N.Rezzara” di Carrè, che comprende le scuole del 1° ciclo di istruzione dei comuni di Carrè, Chiuppano e Zanè.
“Mi piacerebbe vedere ritratti nei diari scolastici delle nostre scuole, personaggi che hanno fatto la storia della nostra nazione, icone di italianità ed esempi di sacrifico per il solo fatto di aver amato la patria. Come Norma Cossetto, la giovane istriana laureanda in lettere e filosofia all’Università di Padova, trucidata dai partigiani titini nel 1943.
Credo che prima di conoscere altre culture, i nostri ragazzi, che saranno i cittadini di domani, debbano essere consapevoli fino in fondo della nostra storia, della nostra cultura”, osserva Donazzan.
Che aggiunge: “L’integrazione non passa dalla corsa esasperata alla valorizzazione delle altre culture ma dalla conoscenza dei nostri valori e della nostra cultura millenaria che dobbiamo trasmettere ai cittadini stranieri affinché possano essere realmente parte della nostra comunità. Solo se saremo forti e consapevoli di ciò che siamo, e da dove proveniamo, potremmo farci rispettare da chi pensa di imporre da noi usi e costumi antitetici alla cultura italiana e occidentale. Non è certo calando le braghe e rinunciando a noi stessi che arriveremo ad una compiuta integrazione”.

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