Per la Cgil urgente salvare Veneto Nanotech

Un elemento di nanotecnologia applicata alla medicina.

Un elemento di nanotecnologia applicata alla medicina.

“Veneto Nanotech va salvata in quanto elemento strategico per lo sviluppo delle politiche di innovazione industriali” questo l’appello della Segretaria Generale della Cgil del Veneto, Elena di Gregorio, a fronte della situazione deficitaria della società, partecipata, oltre che dalla Regione, da una serie di enti, associazioni e fondazioni.

“Preoccupa – osserva Di Gregorio – una situazione che vede indebolirsi l’ impegno delle istituzioni e del mondo economico regionale nei confronti di questa importante struttura di ricerca cui spetta un ruolo fondamentale per il rilancio del tessuto produttivo veneto, fatto soprattutto di piccole imprese che devono poter contare su un patrimonio di conoscenze altrimenti impossibile da sviluppare in proprio.

La ricerca è il nostro futuro. Se non investiamo su di essa condanneremmo la regione ad un inevitabile declino.

Per questo occorre una politica ed un progetto di rilancio della ricerca applicata senza la quale non è possibile far ripartire un nuovo manifatturiero. Questo chiama ad una nuova responsabilità e ruolo attivo Regione e sistema imprenditoriale e gli stessi istituti di ricerca.

Secondo la Cgil è fondamentale la presenza di un soggetto pubblico al servizio del territorio.

E’ di moda citare la Germania, ma in quel paese si investe molto in ricerca ed innovazione; da noi invece nell’indifferenza si rischia di disperdere il patrimonio prezioso di competenze e di professionalità dei tre poli territoriali di Veneto Nanotech.

Sicuramente vanno affrontati i problemi strutturali della società che chiamano in causa anche chi l’ha diretta e governata in questi anni. Siamo altresì convinti che il Veneto abbia più che mai bisogno di questa struttura che deve essere messa in grado di ripartire nella pienezza della propria capacità scientifica ed operativa.

Voglio ricordare che nella spesa per ricerca il Veneto si colloca al di sotto della media nazionale (1,0 del pil contro l’ 1,3 dell’Italia nel 2011) e che nella regione gli occupati nei settori ad alta tecnologia ed elevata intensità di conoscenza sono in calo dal 2008, riducendosi nel 2012 ad un risicato 3% degli occupati tra gli uomini ed al 2,1% tra le donne contro una media nazionale rispettivamente del 3,8 e del 2,7.

Un ulteriore depauperamento di queste professionalità e di queste attività sarebbe intollerabile e sottrarrebbe al Veneto alcune delle risorse migliori proprio in questo momento in cui ce n’è un bisogno vitale per reggere le sfide del mercato globale”.

 

http://www.venetonanotech.it/it/

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