Vicenza, 14 settembre 2020 – “Il futuro della cannabis legale non sarà solo a scopo ricreativo, ma sarà sempre più utilizzata nella cosmesi, per il benessere e nel food”. Lo afferma Riccardo Marziano, 27 anni, di Reggio nell’Emilia che da un paio d’anni gestisce il negozio di piazza delle Erbe, 19 a Vicenza, la Boutique della Canapa.
Con lui altri due soci nell’azienda agricola che coltiva cannabis sativa (nelle varietà consentite dalla legge 242 del 2016) a Reggio Emilia, Blumen Srls. Con loro lavora anche un chimico.
Un mercato florido a quanto pare: in Italia il fatturato complessivo annuo del settore è di 150 milioni di euro, e gli esperti ritengono che si possa arrivare nel giro di qualche anno ad un fatturato complessivo di un miliardo di euro. Si tratta di una previsione realizzata in proporzione con il mercato d’oltreoceano: negli USA infatti il fatturato di questo settore agricolo e industriale è pari a 23 miliardi di euro l’anno.
“Esportiamo quasi tutto il prodotto – afferma Riccardo -, ovvero le infiorescenze (successivamente defoliate e essiccate, ndr) che vengono raccolte quando sono mature nel mese di ottobre. Il semilavorato lo vendiamo in Olanda, Germania, Polonia, Svizzera e Repubblica Ceca e viene impiegato nell’industria della cosmesi e agroalimentare”.
La Blumen di Reggio però produce anche in casa; ad esempio la birra Elisir, una non filtrata ai tre luppoli: malto, frumento e canapa. E la loro azienda realizza anche il Medikann CBD Oil per un utilizzo in campo cosmetico e alimentare. Sul mercato vi sono anche la farina biologica di canapa, l’olio di semi di canapa, la pasta realizzata anche con la farina di canapa … e tanto altro.
Chiariamo subito che la cannabis legale ha un basso contenuto di THC (il limite è fissato dalla legge), ma alto contenuto di CBD: si tratta del “cannabidiolo” che è la molecola prevalente dei cannabinoidi presenti all’interno delle piante di cannabis sativa. Ed è l’unica dai comprovati (scientificamente) effetti benefici.
Diversi studi medici dimostrano come l’assunzione di CBD possa comportare diversi vantaggi a partire dalla riduzione dello stress, dell’ansia e dell’agitazione. Per giungere ad un effetto analgesico ed antinfiammatorio e per agire anche come antiossidante. Inoltre si tratta di una molecola che agisce da neuroprotettore e vasodilatatore, frena gli spasmi muscolari e riduce il senso di nausea.
Torniamo a Riccardo e al negozio di piazza delle Erbe a Vicenza.
– Cosa vendete?
“Soprattutto l’olio CBD, i cristalli di CBD e naturalmente i fiori essiccati, e altri prodotti realizzati con la nostra materia prima come la birra Elisir. L’utilizzo è ricreativo, cosmetico, per il benessere e per le preparazioni agroalimentari”.
– E quanti ettari coltivate a Reggio?
“Sono tre ettari ai piedi dell’Appennino: si tratta comunque di una coltura che ha bisogno di molta acqua e deve essere coltivata in terre prive di inquinanti. Ci lavoriamo in tre soci e come dicevo abbiamo come consulenti un chimico e un agronomo. Ovviamente le regole da rispettare sono diverse a partire dalla certificazione dei semi che si possono utilizzare e che determinano le varietà di piante con basso THC, ma che conservano il CBD”.
– Gli affari come vanno?
“Qui a Vicenza e in generale bene. Avevamo anche altri due negozi ma quello di Parma dopo averlo avviato l’abbiamo ceduto ad una società di amici, mentre a Reggio ci hanno fatto chiudere per ragioni morali: o meglio pur essendo tutto legale, l’ente religioso che ci affittava il negozio ci ha invitato a chiudere l’attività. Abbiamo accettato e lasciato perdere … tanto vendiamo moltissimo on line …”
– Cosa che sarà successa anche durante il lockdown?
“Proprio così: anzi durante il lockdown abbiamo venduto di più e tutto via internet”.
– Ho capito che per ora è difficile fare un bilancio perché siete ancora in pieno lancio dell’attività e vi trovate alla vigilia di un raccolto che dovrebbe promettere bene. Ma a quanto si vende il prodotto?
“Il fiore essiccato all’ingrosso viene acquistato sopra i 100 euro al chilo e si può arrivare anche a 400 euro al chilo. Diciamo che dobbiamo presentare sul mercato dei lotti da 200 chilogrammi. All’inizio abbiamo dovuto accodarci ad altri produttori. Ora dovremmo riuscire a camminare con le nostre gambe …”
– E se a qualcuno in Veneto o in provincia di Vicenza venisse voglia di coltivare la cannabis legale?
“Diciamo che noi potremmo fornire le talee da trapiantare in campo a primavera: siamo in grado di produrne alcune decine di migliaia l’anno. Però prima di tutto bisogna trovare dei terreni sani e fertili, non inquinati, perché l’analisi che fanno gli acquirenti sono molto scrupolose. E poi bisogna avere molta disponibilità di acqua: la cannabis “beve” molto. A ottobre si fa la “vendemmia” del fiore. E bisogna dotarsi di sistemi di pulitura (dalle foglie) e di un essiccatoio. E poi c’è bisogno di un agronomo e di un fitoiatra che ti seguano”.
– E che futuro c’è in questo settore agricolo?
“L’Italia sta per diventare il più importante produttore europeo: pensate che solo in Sardegna quest’anno sono state messe a dimora oltre 80mila piante”.
Insomma quello della canapa è un settore agroindustriale che promette bene e secondo l’EHIA (l’Associazione Europea della Canapa Industriale) può dare un forte contributo al Green Deal promosso dalla Commissione europea: un programma per uscire dalla crisi e per realizzare un modello di crescita rigenerativa rispettoso del Pianeta: significa posti di lavoro, produzione di benessere e crescita sostenibile.
QUI “Canapa: il vero Green Deal” dal sito di Federcanapa
QUI la legge 242 del 2016 in Gazzetta Ufficiale
QUI la circolare ministeriale del 2018
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