Venezia Mestre, 30 agosto 2020 – Il vortice d’aria ha strappato le reti protettive e fatto volare tetti e le tegole di stalle e ricoveri. Centinaia le viti sradicate e le piante da frutto spezzate.
Per gli agricoltori veneti questo disastro si aggiunge alla devastazione della settimana scorsa mentre si allunga la lista dei danni e quella dei comuni colpiti dal maltempo che perdura ancora.
Maltempo in Lessinia (tra Verona e Vicenza)
Dopo le prime segnalazioni nel veronese – evidenzia Coldiretti – con reti antigrandine divelte nelle stesse campagne già interessate dal precedente nubifragio per il quale ancora non si è conclusa la rilevazione dei danni, la perturbazione si è spostata a Lugana e Colognola ai Colli caricandosi di nubi e provocando trombe d’aria a Montecchia di Crosara, Fagnana e Roncolevà.
In questa zona raffiche di vento hanno scoperchiato edifici, annessi rustici facendo volare serre ed impianti di protezione di vigneti e frutteti. La furia del tempo passando nella bassa padovana, non ha risparmiato l’Altopiano di Asiago con grandine e bombe d’acqua fino a valle verso Arzignano, Thiene e Malo nel vicentino. A farne le spese intere coltivazioni di soia e mais, orticole in pieno campo e strutture agricole.
Maltempo in Pedemontana (Vicenza, Bassano, Treviso, Belluno)
Danni anche nel trevigiano lungo la fascia del Grappa a Vittorio Veneto, Fregona fino a Belluno dove la tempesta e’ caduta con chicchi grossi come uova nella zona di Vodo, a Sedico, Sospirolo e Feltre.
Il bilancio qui – spiega Coldiretti Veneto – si fa ancora più drammatico con la presenza di frane e smottamenti e la possibile evacuazione degli abitanti della località di Peajo. Chiuse alcune strade per accumulo di detriti sull’asfalto.
I tecnici di Coldiretti sono impegnati in ogni provincia con rilevazioni e monitoraggi un lavoro di denunce senza fine. Operative anche le squadre di volontari in soccorso a famiglie e cittadini coinvolti nel disastro ambientale con alberi abbattuti, allagamenti nei centri urbani e abitazioni compromesse.
Gli eventi estremi di questa estate 2020 – evidenzia la Coldiretti – sono il risultato dell’enorme energia termica accumulata nell’atmosfera in un anno che è stato fino adesso di oltre un grado (+1,01 gradi) superiore alla media storica classificandosi in Italia al quarto posto tra i più bollenti dal 1800, sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi sette mesi dai quali si evidenzia anche la caduta del 30% di pioggia in meno nonostante gli ultimi nubifragi che hanno colpito il nord Italia che evidenziano una progressiva tendenza alla moltiplicazione degli eventi estremi.
I forti temporali con precipitazioni intense provocano danni poiché – spiega la Coldiretti – i terreni non riescono ad assorbire la pioggia che cade violentemente e scardina i campi provocando frane e smottamenti.
(fonte: Coldiretti del Veneto)
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