Vicenza, 12 aprile 2020 – Mentre si leggono articoli e servizi su giornali di ogni parte del mondo che scrivono senza mezzi termini che la pandemia, nata a Wuhan, avrebbe potuto essere rapidamente circoscritta, solo se il regime comunista cinese fosse intervenuto tempestivamente per arginare seriamente il suo espandersi, la conta dei contagiati ha ormai raggiunto cifre impressionanti, per non parlare delle troppe vittime del morbo che in pratica ha ormai colpito il globo intero.
Anche i primi paesi assaliti dopo la Cina non hanno forse colto appieno e rapidamente la pericolosità del coronavirus: dopo varie esitazioni e false partenze è stata imboccata finalmente la via dell’adozione di misure idonee a fermare la pandemia.
Ci sono voluti troppi morti e tanta paura per indurre le autorità a prendere misure forti e anche la stessa popolazione si è intimamente convinta un po’ a fatica della necessità di stare a casa, di usare mascherine, guanti, di pulirsi accuratamente le mani e via dicendo.
Settimana dopo settimana un nuovo tipo di vita e di relazione si è però instaurato in Italia e nel Veneto.
La mascherina è diventata un accessorio indispensabile, una garanzia di salvezza e di vita. La propria casa, come la grotta dei tempi che furono, è tornata ad essere ricovero angusto ma sicuro.
Le strade sono poco o nulla trafficate e nei giorni di festa praticamente deserte. Anche nel giorno della Pasqua, un indimenticabile 12 aprile 2020, tutti i paesi della nostra provincia hanno presentato la stessa fotografia di vuoto totale, un vuoto però drammaticamente eloquente.
E le chiese con le porte sbarrate e con i loro caratteristici campanili svettanti e muti, hanno aumentato vieppiù la desolazione regnante sulle piazze e sulle vie abbandonate.
Un clima surreale, un momento storico impossibile da dimenticare anche quando il morbo cinese sarà sconfitto.
Abbiamo scelto come immagine simbolo di questa Pasqua 2020 una delle tante chiese del Vicentino, quella di Pojana Maggiore, il paese più a sud della nostra provincia. Di fronte alla porta chiusa si vede una croce con avvolto un bianco telo simbolo della Resurrezione di Cristo.
Ma anche segno di speranza per la nostra rinascita.
di LUZ