Vicenza, 12 settembre 2020 – Una visione decisa e che non lascia alcun margine di fraintendimento: secondo Jerome Favier, CEO di Damiani – la Maison sinonimo di lusso e artigianalità Made in Italy in tutti gli angoli del mondo – il lusso non è un’industria, per definizione. Lo ha sostenuto oggi sul palco The Stage of Voice in un’intervista con Andrea Cabrini, direttore di Class CNBC, nella giornata inaugurale di VOICE – Vicenzaoro International Community Event – il kick-off concreto e simbolico della rivalsa orafo-gioielliera dopo i mesi di lockdown.
“Il lusso è un’autenticità, una realtà, un savoir faire, un’artigianalità che può essere moltiplicata, amplificata”, afferma Favier. Da questo deve ripartire il Made in Italy. “Non dobbiamo dimostrare che il Made in Italy è un asset: lo è. La maggior parte dei gioielli di alto livello nel mondo sono fabbricati in Italia”.
Un patrimonio nazionale di incommensurabile valore, che proprio sull’autenticità deve puntare nel rivolgersi ai mercati internazionali. “Grazie anche alla digitalizzazione, il consumatore finale è molto maturo, sa riconoscere abilmente cosa è autentico e cosa non lo è”. E basa le proprie scelte e le proprie preferenze proprio su tale discriminante.
In quest’ottica, i preziosi Made in Italy diventano portatori di un vantaggio competitivo innato e difficilmente replicabile. Il settore orafo-gioielliero, che da oggi rialza la testa, non potrà non tenerlo presente.
(Fonte: MyPRLab, media agency IEG, sede di Vicenza)
Nella foto Jerome Favier ceo di Damiani, con l’attrice Guang Xiao Tong, fotografati a Venezia due anni fa (fonte: Twitter, dal profilo ufficiale di Damiani)
QUI il sito ufficiale di VOICE, il salone orafo di Vicenza
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