Germania e Olanda con Danimarca, Svezia e Norvegia propongono all’UE di bloccare il commercio di PFAS: l’Italia tace [VIDEO]

Germania e Olanda con Danimarca, Svezia e Norvegia propongono all’UE di bloccare il commercio di PFAS: l’Italia tace [VIDEO]

Vicenza, 14 febbraio 2023 – Come annunciato nei mesi e settimane scorse dalla consigliera regionale in Consiglio Veneto, Cristina Guarda (gruppo Europa Verde), finalmente lo scorso 7 febbraio 2023 le istituzioni dell’Unione Europea hanno ufficializzato la proposta di “messa al bando” dei PFAS, le sostanze perfluoroalchiliche che risultano essere assai pericolose: è stato dimostrato che si tratta di veri e propri interferenti endocrini che provocano danni gravissimi alla vita.  La notizia è stata diffusa e presentata dall’ECHA (European Chemical Agency).

(Attenzione: YouTube permette l’attivazione dei sottotitoli con traduzione in lingua italiana)

LA PROPOSTA SUI PFAS

La proposta presentata ad Helsinki, di cui ci dà notizia ECHA, propone di vietare il commercio europeo di  prodotti con PFAS, perché fanno male, troppo male a salute e ambiente: provocano con l’andare del tempo patologie neonatali, materne, evolutive, riproduttive, tumori, diabete. E come se non bastasse sono pure eterni, indistruttibili.

La proposta è di Danimarca, Germania, Olanda, Svezia e Norvegia prepara l’Europa ad affrontare il blocco del commercio di prodotti con PFAS.

Sembra assurdo che l’Italia non sia anch’essa tra i paesi promotori annoverati nella presentazione in VIDEO: eppure in Italia abbiamo il caso di avvelenamento più grave d’Europa proprio in Veneto con epicentro a Trissino, tra le province di Vicenza, Verona e Padova. Altro caso di inquinamento segnalato è quello in provincia di Alessandria.

COSA ACCADRÀ ORA?

Ora iniziano le consultazioni, ma entro il 2025 sarà approvato un regolamento che obbligherà a trovare alternative ai PFAS in tutte le produzioni europee.

Si parla di abbigliamento, chimica, pentole antiaderenti, cosmetici, carta forno o oleata, prodotti sanitari, schiume antincendio, sciolina, fertilizzanti, pelle, farmaci, spray, e così via.

Questi e altri settori di produzione sanno da anni di dover superare questo scoglio e alcune aziende hanno già trovato sostituiti dei PFAS. 

Le istituzioni (gli amministratori locali e i politici in genere) per il bene comune devono solo accompagnare questa transizione, senza giustificare altre perdite di tempo.

(LineanewsIT ringrazia Anna Bernar di Wolfsburg per la segnalazione e collaborazione)

PFAS: L’APPROFONDIMENTO DI ECHA

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