Venezia, 07 gennaio 2021 – La proroga della chiusura delle scuole superiori del Veneto, che di conseguenza posticipa la loro riapertura al 1 febbraio, suscita critiche da docenti e studenti in tutto il territorio regionale.
La Rete degli Studenti Medi lancia un video-appello e organizza un flashmob sotto al palazzo della Regione del Veneto per chiedere al presidente Luca Zaia e all’assessore Elena Donazzan un piano concreto per la prossima riapertura delle scuole.
Ecco la nota diffusa dal portavoce veneto di Rete degli Studenti Medi Tommaso Biancuzzi.
“Le maschere della Donazzan e di Zaia che giocano con dei burattini (studenti, ndr) sono una provocazione verso un Veneto che, di fatto, non è stato capace di organizzare un rientro in sicurezza per gli studenti. Abbiamo lanciato dei flashmob nelle province di Padova, Verona, Vicenza e Treviso e siamo davanti al Palazzo della Regione a Venezia, nel pieno rispetto dei decreti, perché non possiamo permetterci di rimanere con le mani in mano dopo la proroga della chiusura delle scuole per la mancanza di un piano. – dichiara Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto – Guardando ai contagi sappiamo perfettamente come il Veneto non abbia avuto un’organizzazione virtuosa, ma la scarsa pianificazione e la noncuranza nei confronti dei giovani non può pesare ancora sulle spalle di migliaia di studenti e docenti. Non ci stiamo, non siamo marionette da spostare a piacimento”.
Gli Studenti della Rete, vestiti per satira da burattini e mascherati da Zaia e assessora Donazzan, si sono trovati simbolicamente nel capoluogo, davanti al palazzo della Regione, la mattina del 7 gennaio, giorno in cui ,secondo le linee del ministero, si sarebbero dovuti riaprire finalmente i cancelli delle scuole superiori del paese.
“E’ una questione di priorità: per la nostra Regione evidentemente è più importante tenere aperte le chiese ed i centri commerciali piuttosto che le scuole superiori. Ci siamo fatti trovare senza alcun piano per trasporti, spazi e tamponi quando è da mesi che si sarebbe dovuto ragionare, insieme a tutte le parti in causa, per una efficiente e sicura ripresa della vita scolastica in presenza. Bisogna tornare dietro ai banchi: la dad é, dati alla mano, uno strumento di emergenza che nel lungo periodo però sta creando lacune, problemi sociali e di natura psicologica ancor prima che didattica. – conclude Martina Buffolo, della Rete degli Studenti Medi del Veneto- un recente report stima che potrebbero essere 34mila gli adolescenti italiani ad abbandonare gli studi a causa della didattica online. Qui l’unico piano per l’istruzione pubblica sembra essere un piano di distruzione!”
TROVI LineaNEWS.it anche sui socialnetwork
La radio di LineNews.it è RADIO BACCALÀ
- RADIO BACCALÀ è in podcast su Spreaker
- RADIO BACCALÀ è su Telegram