Venezia, 15 dicembre 2020 – “Prima Zaia espone col cartello la terrificante conta dei decessi: 165. Poi, come sempre scatta la giustificazione, ovvero il fatto che si tratti di conteggi tardivi: purtroppo il numero, tardivo o meno, resta terribile. Che si tratti di persone decedute sabato, domenica o lunedì cambia poco. Il Veneto continua ad essere la Regione più colpita dalla seconda ondata della pandemia. Rischiamo sempre di più di essere la Lombardia della prima ondata, non è pensabile aspettare ancora”.
La dura presa di posizione è dei consiglieri del gruppo regionale del Partito Democratico con il capogruppo Giacomo Possamai e i colleghi Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis.
“Se queste sono le prove tecniche di autonomia c’è ben poco da stare tranquilli. Anzi, l’autonomia di Zaia appare al tramonto: non solo perché ammette di rimanere in attesa di decisioni nazionali e di misure omogenee, Ma soprattutto – sottolineano i consiglieri – perché non fa il minimo accenno a stanziamenti e ristori di fonte regionale, trincerandosi dietro la lamentela che i 19 milioni stanziati dal Governo per il Veneto sono insufficienti per far fronte a misure più restrittive”.
“Ma perché la Regione del Veneto non ha mai fondi propri da destinare ai soggetti più colpiti e le altre regioni sì? Davvero il grande Veneto, locomotiva d’Italia, di cui siamo tutti orgogliosi non è in grado di aiutare gli imprenditori e i lavoratori più colpiti? Non ci risulta che alle altre regioni d’Italia sia stata concessa l’autonomia e non può bastare la solita litania del Veneto Tax Free”.
“Altre Regioni in occasione delle chiusure hanno messo a disposizioni somme cospicue, che si aggiungono rispetto agli stanziamenti statali, con la possibilità quindi, di prendere anche scelte autonome rispetto a quelle nazionali. Proprio per dare un segno in questa direzione abbiamo presentato un emendamento al bilancio per destinare risorse della Regione, almeno ai codici ATECO non ristorati dalle misure governative. E’ evidente che oggi Zaia, si trova disarmato: aspetta le decisioni romane proprio per non dover stanziare risorse proprie. Ma siamo di fronte ad una situazione drammatica, che non consente più di attendere nemmeno un minuto. In questi giorni il Consiglio è riunito per votare il bilancio, il Presidente venga in Consiglio e proponga un fondo per aiutare chi subirà i danni delle chiusure. Troverà il nostro appoggio”, concludono Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis.
(fonte: ARV)
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