Covid-19 e RSA – Il caso di San Giovanni in Monte: 48 malati su 185 ospiti

Covid-19 e RSA – Il caso di San Giovanni in Monte: 48 malati su 185 ospiti

Barbarano Mossano (Vicenza), 15 dicembre 2020 – Il 15 novembre scorso solo 2 ospiti della residenza sociosanitaria per anziani di San Giovanni in Monte (in provincia di Vicenza) dell’Opera Immacolata Concezione (di Padova) erano stati infettati dal cov-sars-2. E due erano gli operatori positivi al covid-19.

Cinque giorni dopo, il 20 novembre 2020, i positivi tra gli ospiti erano 10 e tra gli operatori sociosanitari 4.

Il 23 novembre: 21 ospiti (raddopiati) e sempre 4 operatori.

Il 4 dicembre: 37 ospiti e 9 operatori

Il 12 dicembre 2020: 48 ospiti infettati e positivi e ben 13 operatori (su una sessantina) positivi.

E’ allarme!

Una situazione davvero molto preoccupante quella della RSA di San Giovanni in Monte, una casa di riposo modello, dove il personale ha un’alta professionalità, ma dove non sarebbe scattato il piano di emergenza, e se fosse scattato (ma non ci è dato saperlo) non è funzionato visti i numeri in crescita esponenziale dei contagiati da coronavirus.

Da mesi i parenti non possono vedere i loro congiunti: possono solamente raggiungerli in videochiamata. E l’ULSS Berica, pur essendo la struttura convenzionata con il servizio sanitario regionale, non opererebbe alcuna supervisione: ci sarebbe infatti nell’organico di OIC (Opera Immacolata Concezione) un direttore sanitario. E questo per legge basterebbe a garantirne l’autonomia.

Non sono dello stesso avviso i parenti degli ospiti che esprimono grande preoccupazione: “ci dicono i numeri dei malati, dei positivi, ma non ci viene comunicato il numero dei decessi”.

Non solo, la preoccupazione riguarda anche il personale: sono una sessantina gli operatori socio sanitari che operano sul cocuzzolo dei Colli Berici ai quali si aggiungono una decina di figure professionali specifiche (medico, fisioterapisti, infermieri ..) e poi il personale delle pulizie e della mensa interna. Ebbene come fanno a gestire in 47 il lavoro di cura della persona e i turni per 60 oss?

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3 Comments

  1. Sofia Pagliarin

    Buongiorno,
    Grazie per questo articolo. Abbiamo anche noi un famigliare presso la struttura e vorremmo metterci in contatto con i parenti degli ospiti che hanno espresso la loro preoccupazioni.
    Grazie

  2. Stefano

    La situazione è più grave di quanto descritto. Non è scattato alcun piano di emergenza, la direzione ci ha dormito sopra. Non è stato addestrato il personale, tutto improvvisato. Alcune oss hanno rinunciato ai riposi per sopperire alla mancanza di personale facendo quasi due turni consecutivi.

  3. Stefania Pilan

    Ho un familiare in struttura. Il problema è che non vi è controllo dall’esterno. Hanno un direttore sanitario interno e quindi la AULSS non va a controllare, i medici sono in convenzione con la OIC quindi essendo pagati dalla OIC seguono quanto da loro indicato. Sono una scatola chiusa dove il controllato e il controllore sono il medesimo ente.
    Il covid può essere entrato tramite il personale non rigoroso con l’uso della propria mascherina, ha contagiato gli ospiti senza mascherina, che a loro volta lo hanno trasmesso agli altri ospiti e operatori dotati solo di mascherina chirurgica. Un andamento di crescita lineare in 4 settimane è indice di errori nei confinamenti, disinfezione e uso di DPI. E nei comunicati non ci dichiarano i decessi con il covid. Nella videochiamata di due settimane fa il mio familiare era sedato che non stava con gli occhi aperti e temo che li tengano sedati perchè hanno poco personale. Dovremmo organizzare un comitato dei familiari e chiedere la supervisione della AULSS e dei NAS.

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