Venezia, 13 febbraio 2021 – Nella crisi della pandemia da covid-19 i liberi professionisti hanno fatto la loro parte e di certo non si sono tirati indietro.A partire dai professionisti della sanità in prima linea e a quelli dell’area amministrativa e giuridica essenziali per la gestione degli ammortizzatori sociali Ecco una nota del presidente di Confprofessioni Veneto, il veneziano RobertoSartore, interviene sul nuovo Governo.
“Purtroppo sulla soglia dobbiamo rilevare la mancata convocazione di Confprofessioni come parte sociale, in rappresentanza del mondo professionale, durante le convocazioni preliminari da parte di Mario Draghi. E questa la consideriamo una nota negativa”.
Lo afferma il presidente regionale di Confprofessioni, Roberto Sartore, che prosegue: “E’ innegabile ad esempio che durante questo periodo di pandemia i nostri iscritti dell’area sanitaria siano risultati essenziali nell’opera profusa per la comunità”. “Non dimentichiamo poi l’altrettanta opera meritoria prestata dai nostri aderenti dell’area giuridico amministrativa; senza i quali, come ha attestato la direzione dell’INPS del Veneto, non sarebbero stati erogati puntualmente gli ammortizzatori sociali”.
“Per queste motivazioni – afferma Sartore – risulta incomprensibile quella mancata convocazione iniziale. Possiamo sperare però che questo nuovo governo ponga mano ad una semplificazione legislativa, che renda meno caotico il lavoro e che offra certezze”.
“Fondamentale resterà l’impegno del Governo in campo economico – spiega Sartore -: anche parte del mondo professionale è in grande sofferenza economica con tagli del 50% dei redditi e ben 30mila professionisti italiani che hanno chiuso la loro attività nel 2020”.
“La rinascita economica del mondo produttivo – spiega il presidente – non potrà prescindere dall’opera dei professionisti: siamo essenziali per le imprese nella loro operatività, soprattutto in realtà produttive come quelle del Veneto e del Nordest”.
“Nutriamo speranze sui ministri veneti – prosegue Sartore -: ne conosciamo la valenza. Non mancheremo di esporre loro le nostre istanze. E non saranno solo richieste finalizzate al nostro mondo, ma porremo in evidenza (per poterle risolvere insieme) tutte quelle criticità del mondo produttivo e civile in cui operiamo”.
Infine il presidente Roberto Sartore ricorda che negli studi professionali lavorano diversi dipendenti, in maggioranza donne.
“Purtroppo le donne, con i giovani – ricorda Sartore -, sono state penalizzate dalla crisi occupazionale derivante dal lockdown. Nelle nostre realtà professionali invece questi posti sono stati in gran parte salvaguardati!”