Barcellona (Catalogna), 8 dicembre 2020 – Ospitiamo un intervento di Francesco Celotto, bassanese, trader e consulente finanziario indipendente, che ci offre una sua analisi e riflessione sul dibattito tutto italiano relativo al cosiddetto Recovery Fund. Celotto ci scrive dalla Catalogna, in particolare da Barcellona dove ha scelto di vivere con la famiglia.
LA NOTA SU RECOVERY FUND E MES
Nella politica italiana vi è in questi giorni un esteso dibattito su chi dovrà gestire il cd Recovery Fund : un super comitato di managers (l’ennesimo) esterno ai ministeri o lo staff dei ministeri come fanno ad esempio paesi come Francia e Spagna.
Il furbo premier Conte vorrebbe un gruppo esterno di managers in modo presumibilmente da controllarli e da gestire in realtà in proprio i fondi. Renzi ed altri vorrebbero che fossero i ministeri competenti a gestirli.
La soluzione ideale non esiste. Ipotizzare la creazione dell’ennesima task force di esperti mi lascia quantomeno perplesso visto, ad esempio, la fine che ha fatto la precedente task force di esperti capeggiata da Vito Gamberale che predispose un piano di rilancio post covid. Sappiamo che fine ha fatto questo progetto: presentato in pompa magna a giugno, finito in realtà in un cassetto e mai più nominato.
Una task force esterna che non conosce bene le dinamiche e il funzionamento della pubblica amministrazione rischia solo di essere l’ennesimo specchietto per le allodole che in realtà non decide un bel nulla e lascia la palla in mano al premier Conte che avrebbe così poteri immensi.
In questo concordo con Renzi (per una volta!) e credo che sia meglio gestire i fondi e i progetti secondo logiche interne.
Altro discorso sono poi i progetti e come verranno utilizzati i fondi del Recovery Fund che ammontano a ben 209 miliardi, di cui 82 a fondo perduto, il resto in prestiti a tassi bassissimi restituibili in molti anni.
Non sono per nulla fiducioso. I soldi del recovery fund dovrebbero servire infatti per ammodernare il paese, renderlo efficiente dal punto di vista energetico e digitalmente all’avanguardia. Il rischio concreto è invece che vengano buttati in mance o sussidi a pioggia e inutili o peggio in vecchi progetti per infrastrutture che ormai non servono più. L’ennesima orgia cementizia utile a creare copiose rendite e tangenti per i soliti noti aumentando esponenzialmente la corruzione dilagante.
Senza considerare che soprattutto al sud i fondi potrebbero essere catturati da aziende vicine alla malavita organizzata. Un pericolo assolutamente reale che consegnerebbe nelle mani delle varie mafie quote crescenti della economia nazionale.
Servirebbe un sforzo e una visione nuova e fuori dal comune per gestire in modo diverso il Recovery Fund, anzi dovrebbe essere la occasione per ripensare il paese, elaborando un vero progetto di rilancio con parametri nuovi quali la green economy, la digitalizzazione, le nuove infrastrutture tecnologiche.
Per fare questo serve una classe politica e una società con una chiara visione di futuro capaci di rompere con i classici canoni di “progresso”, capaci di elaborare un nuovo modello di sviluppo sganciato dal cemento e dal vecchio concetto fordista di crescita industriale. Non sono fiducioso in tal senso perché vedo una totale assenza di dibattito nel panorama politico e sociale italiano; vedo solo l’incremento di un appetito famelico per spartirsi la gigantesca torta europea senza altro fine che non sia quello di appropriarsi di fondi pubblici per arricchire le tasche dei soliti più o meno noti.
Questa potrebbe essere però la ultima occasione per tentare di cambiare il modello Italia e l’Europa avrà il nostro paese come osservato speciale.Uomo avvisato mezzo salvato. Lo sappia il buon Giuseppi Conte e per una volta la smetta di fare, se ci riesce, il democristiano furbo e provi a fare lo statista.Ne dubito. Credo che Giuseppi e la sua corte abbiano ormai fatto il loro tempo a palazzo Chigi.
Concludo dicendo che la vicenda del Mes, su cui non mi dilungo, dimostra una volta di più l’ipocrisia di Conte e soprattutto del Pd, vero erede del potere politico democristiano e fedele esecutore dei diktat tedeschi. Far passare questo Mes, dopo averlo pubblicamente denigrato, giustificando la scelta dicendo che mai lo useremo, assicurando in precedenza che mai lo avremmo approvato, aumenta ancora di più la immagine di Giuseppi come burattino ipocrita, furbo in mano al Pd e a Bruxelles.
Francesco Celotto
Consulente e trader finanziario indipendente
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