Marostica (Vicenza), 9 giugno 2021 – Di seguito il comunicato sindacale sulla grave situazione venutasi a creare alla ABB Spa di Marostica (Vicenza): c’è chi vuole acquisire, ed è un imprendiotre del territorio con un progetto credibile, ma la multinazionale vuole solo chiudere. I sindacati considerano inconcepibile e irricevibile l’atteggiamento della multinazionale svizzera svedese che dopo sette mesi di trattative reitera la sua proposta di chiusura mettendo sulla strada 100 lavoratori, che significa impoverire 100 famiglie della zona di Marostica.
I sindacati della gomma plastica di Vicenza e provincia Filctem, Femca e Uiltec (Cgil Cisl Uil) sottolineano la contraddizione in cui operano le multinazionali come ABB: usufruiscono di sgravi fiscali, aiuti dallo Stato e dalla UE e poi al tavolo con Regione e Ministero si comportano senza rispettare l’aiuto che la collettività gli ha concesso, evitando addirittura il dialogo.
Ecco la drammatica nota siglata da Laura Scalzo (Filctem Cgil), Giuseppe Rosa (Femca Cisl), Tiziano Cortese (Uiltec Uil).
Abb Spa: Si ritorna di colpo ed inspiegabilmente a 7 mesi fa
“Si è concluso in tarda serata di ieri l’incontro alla presenza dell’Assessore Regionale al lavoro Elena Donazzan assistita dall’unità di Crisi aziendali, le Organizzazioni Sindacali ed i rappresentati di ABB Spa, per fare il punto riguardo una seria manifestazione di interesse ricevuta a fine maggio da parte di un imprenditore del territorio.
Purtroppo abbiamo constatato dal confronto con la direzione ABB che a fronte di tale manifestazione di interesse che riteniamo seria e percorribile data la disponibilità dichiarata del pieno mantenimento dell’occupazione.
L’azienda dal canto suo ha comunicato al tavolo che la proposta ricevuta non è ritenuta percorribile e di procedere comunque nel loro progetto iniziale, riportando le parti sociali a 7 mesi fa quando annunciò la chiusura dello stabilimento, la perdita di 100 posti di lavoro e l’impoverimento di un intero territorio e del tessuto sociale.
L’aspetto più grave è che a fronte delle sollecitazioni e della disponibilità dichiarata delle forze sindacali di approfondire gli elementi di criticità rispetto i “presupposti” o le “condizioni minime” mancanti. La risposta dell’azienda non solo non c’è stata ma in spregio al tavolo è stata rigettata al mittente rendendosi indisponibile a ricercare soluzioni condivise per la continuità aziendale e la salvaguardia occupazionale.
È chiaro ed evidente che un comportamento del genere lo riteniamo inaccettabile ma soprattutto incomprensibile e deve essere chiarito davanti a quelle stesse istituzioni verso le quali l’azienda svizzero-svedese ricorre quando si tratta invece di ottenere finanziamenti pubblici”.