Lunedì 24 giugno vede ancora in scena alla Biennale Teatro di Venezia Elia Pangaro con Bolide | Deus ex machina, performance site-specific che ha luogo lungo la Fondamenta de l’Arsenal (ore 18.00); e la regista brasiliana Luanda Casella con Elektra Unbound, al Teatro Piccolo Arsenale (ore 20.00) per la sua ultima replica.
ELIA PANGARO ALLA FONDAMENTA DELL’ARSENAL CON UNA PERFORMANCE ISPIRATA AGLI STUDI DEL FUTURISMO
Il danzatore e performer di Perugia Elia Pangaro, vincitore del bando di Biennale College destinato alla performance, con Bolide | Deus ex machina si cimenta in uno “studio sull’accelerazione in tutti i suoi sensi”. Assieme alla performer Polina Sonis, Elia Pangaro ci invita alla sosta, creando “un’oasi di riflessione comunitaria davanti alla quale rallentare, fare uno stop, abbandonare le mistificazioni e abbeverarsi; un appello alla proprietà di riflessione, al fine di preservare una percezione di stabilità nell’Oggi che frettolosamente abitiamo” (ricci/forte). Ispirata al futurismo italiano, agli studi su accelerazione e alienazione del sociologo tedesco Hartmut Rosa e all’estetica gorpcore (con cui si intende l’abbigliamento sportivo utilizzato in città), Bolide | Deus ex machina sarà visibile alla Fondamenta de l’Arsenal ogni giorno alle 18.00 fino al termine del Festival.
LA BRASILIANA CASELLA RIVISITA LA FIGURA DI ELETTRA DI SOFOCLE
Per la prima volta in Italia alla Biennale Teatro arriva Luanda Casella. Regista, scrittrice e performer brasiliana in residenza al teatro NTGent, Luanda Casella presenta Elektra Unbound in prima italiana, affidando alla sua particolare visione il personaggio mitologico al centro della tragedia di Sofocle. In scena la stessa Casella nei panni di una regista ossessionata dalla sua opera. Al suo fianco, un assistente spregiudicato e tre attrici che si contendono la stessa parte. Sono Abigail, Emma e Bavo, tutte con trascorsi difficili e un ambiente familiare complicato alle spalle, sottoposte dalla regista a un provino estenuante, incalzate a forzare i limiti tra realtà e finzione. Seduta su un trono la regista/Clitennestra le induce a parlare delle proprie madri – difficili, aggressive, assenti – innestando esperienze e ricordi nella recita di alcune delle più celebri scene della tragedia sofoclea. Nelle mani di Luanda Casella Elektra Unbound diventa una tragicommedia irriverente e insieme una critica alla spettacolarizzazione contemporanea del dolore, perché, come dice la regista, “siamo tutti Elettra”. E osserva: “Al giorno d’oggi tutti noi ci presentiamo come prodotti o progetti, specialmente online. Ma questa consuetudine sfocia in uno sfruttamento, una feticizzazione del dolore personale per ottenere dei like. Quando ti distingui dalla massa su Tik Tok o Instagram, è perché sei considerato autentico. Si tratta di un’autenticità strettamente legata all’essere fuori norma in termini di neurodiversità, genere, razza. È attraverso le tue difficoltà che diventi più autentico e guadagni. Questa è una tragedia”.
A FORTE MARGHERA LE INSTALLAZIONI MULTISCHERMO DEL COLLETTIVO GOB SQUAD
Continua a Forte Marghera l’appuntamento con Elephants in rooms, l’installazione video multischermo del collettivo anglo-tedesco Gob Squad che invita gli spettatori a prendere una metaforica tazza di tè assieme ai suoi 14 protagonisti.
Ricordiamo che è in corso a Venezia fino al 30 giugno 2024 il 52esimo Festival internazionale del teatro “Niger et Albus”. Direttori Stefano Ricci e Gianni Forte.
Nella foto in copertina: Bolide | Deus ex machina di Elia Pangaro – Courtesy La Biennale di Venezia ph. Andrea Avezzù