Vicenza, 15 gennaio 2020 – “Ore 8 e 30, in macchina, ascoltando la radio, passa una canzone di Ricky Martin. Fin qui tutto a meraviglia fino a che la canzone finisce e il “coso” che parla alla radio dice “Recchia Martin”, spero di aver sentito male ma lo ripete e si fa una grossa risata. Queste persone non hanno diritto di lavorare in una stazione radiofonica. La radio è Radio …. Oggi avete perso un’occasione per stare zitti, le scuse ufficiali sono dovute”. Lo scrive Alessandra S. su Facebook il 13 gennaio alle ore 9 e 1 minuto, mezz’ora dopo il fattaccio radiofonico. Chiude con l’invito a non ascoltare più quella radio e con degli hashtag esplicitamente democratici e libertari: #omofobiastop #vergogneitaliane e altro.
L’orario è quello della rassegna stampa, “L’edicola di radio …”, che da un paio di anni è affidata al dj SuperPozzo (la rassegna stampa in mano ad un deejay?).
Al post seguono tanti commenti di amici di Alessandra (e ascoltatori) che dicono di aver protestato direttamente con una e-mail o nella messaggistica dell’emittente radiofonica cittadina.
Nicolas P. commenta: “ma davvero? Che scemo sto speaker”. E poi posta una diffida che ha spedito alla radio: “Nel vostro segmento radiofonico delle 8 e 30 lo speaker (dopo aver mandato una canzone di Ricky Martin) usa termini discriminatori contro l’omosessualità ridendoci anche sopra! Trovo irrispettoso e non educativo che queste cose avvengano in radio … Vorrei tanto che lo stesso speaker si scusasse coi radioascoltatori e la comunità LGBT”.
E poi altri amici di Alessandra esprimono “sgomento”, altri si chiedono se nel 2021 si possa ancora ridere di battute omofone in pubblico, e ancora si chiedono: “ma cosa ne pensano gli sponsor di una radio commerciale come questa?”
Infine Barbara P.: “Ma esiste ancora gente del genere? E fanno radio ossia comunicazione? Ritiratevi imbecilli!”
E poi fiumi di commenti! Sotto postiamo gli screenshot.
Essì, come scriveva Karl Popper in “Cattiva maestra televisione”, per tutti gli operatori dei media ci vuole proprio una patente: i giornalisti fanno un esame di Stato … Ce ne vorrebbe uno anche per editori, pubblicitari e intrattenitori (compresi i deejay).



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