Sciopero alla ASFO di Chiuppano: 130 lavoratori attendono risposte!

Sciopero alla ASFO di Chiuppano: 130 lavoratori attendono risposte!

Chiuppano (Vicenza), 11 novembre 2020 – Fim Cisl e Fiom Cgil di Vicenza chiedono un cambio di rotta alla direzione di ASFO, azienda metalmeccanica di Chiuppano del Gruppo FOMAS di Lecco. Dalla realizzazione di un nuovo stabilimento a Villamarzana in provincia di Rovigo nel 2011, non vi sarebbero investimenti sul sito produttivo di Chiuppano tali da giustificare un futuro certo ai 130 lavoratori che vi operano. Di questi una parte è in trasferta a Villamarzana dopo che sono stati trasferiti alcuni macchinari dal capannone vicentino a quello polesano.

Le RSU di Asfo Chiuppano e i sindacalisti Michele Gregolin della FIOM Cgil e Davide Passuello della FIM Cisl per dipanare il forte disagio in cui vivono 130 famiglie della zona pedemontana vicentina, chiedono un futuro per la ASFO di Chiuppano. A questa situazione si aggiunge il problema del rinnovo del Contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici (scaduto) e la crisi provocata dall’epidemia di covid-19.

Oggi si sta svolgendo uno sciopero di 8 ore con un sit in davanti ai cancelli della fabbrica (rispettoso delle norme anti-covid) dalle 9 alle 12.

IL COMUNICATO SINDACALE

I lavoratori di ASFO Chiuppano proclamano 8 ore di sciopero con presidio

Asfo spa (Acciai Speciali Forgiati) nasce nel 1961 a Chiuppano, con l’obiettivo di forgiare anelli laminati di medie e grandi dimensioni. Ad oggi può contare sulla storica tradizione metallurgica impersonata dai 130 dipendenti attraverso un “know-how” che è caratteristico del settore e difficilmente replicabile.

Nel 1969 Asfo è la prima azienda ad entrare a far parte del Gruppo FOMAS, con sede in provincia di Lecco, leader nella forgiatura di acciai speciali. Nel 2011 l’azienda investe nella realizzazione di un nuovo stabilimento da 150.000 mq a Villamarzana, in provincia di Rovigo, con l’obiettivo di rilanciare il mercato aggredendo altri mercati. 

Nel recente passato la Direzione aziendale, più volte interrogata sul futuro dell’attività produttiva di Chiuppano, non è mai stata in grado di rispondere in maniera esaustiva a garanzia della tenuta occupazionale per il sito vicentino.

Le Organizzazioni Sindacali FIM CISL e FIOM CGIL hanno più volte segnalato le lacune legate alla manutenzione degli impianti, a garanzia dell’efficienza del ciclo produttivo. È grazie all’esperienza dei lavoratori, (ingegnosi aggiustatutto), che l’azienda può contare su un prodotto finito che soddisfi le esigenze dei clienti. 

Le RSU aziendali di FIM e FIOM, indicano come gli investimenti che questa Direzione aziendale ha operato nel tempo, non siano lontanamente sufficienti per garantire un vero interesse nel mantenere la produzione a Chiuppano; in questo modo, negli ultimi mesi del 2020, decine di lavoratori hanno deciso di dimettersi, optando per una alternativa occupazionale che garantisca loro un futuro più certo. 

Nonostante la forte preoccupazione registrata dalle Rappresentanze Sindacali per la fuga delle competenze e delle professionalità, che comportano inevitabili conseguenze nelle linee di produzione, la Direzione aziendale non ha risposto in maniera adeguata a coprire i vuoti lasciati.

La capacità produttiva risulta compromessa anche per effetto della crisi da pandemia, che colpisce tutto il settore, ma in ASFO sembra essere più marcata, anche per effetto degli elementi di criticità evidenziati, mettendo l’azienda in un rapporto di concorrenza schiacciante nei confronti dei “competitors”. 

In questo scenario, i lavoratori presenti in azienda assistono a dinamiche inequivocabili che portano a dedurre il prossimo lento declino, attraverso il trasferimento di alcuni macchinari che partono alla volta dello stabilimento di Villamarzana. 

Da più di un anno le RSU e le Organizzazioni Sindacali hanno chiesto rassicurazioni in merito all’occupazione e la stabilità del sito di Chiuppano. 

L’azienda, per contro, dopo lunga trattativa, si è limitata a sottoscrivere un accordo per consentire tutele aggiuntive per la trasferta di una parte dei lavoratori nel sito di Rovigo, impiegati e squadre di diretti in produzione. Un accordo sindacale che tutela il posto di lavoro ed il riconoscimento di un extra per il disagio subito a causa dello spostamento giornaliero, che impatta sugli orari di lavoro. 

Ma il vero tema è la sostenibilità dello stabilimento di Chiuppano: tutti i segnali portano a pensare che l’azienda andrà incontro ad un declino, trascinando con sé 130 lavoratori e le loro famiglie. Un declino non annunciato ma perpetrato attraverso gli atteggiamenti.

Mercoledì 11 novembre i lavoratori di ASFO intendono dichiarare il loro disagio, nei confronti di una situazione che va ad appesantire il clima di insicurezza globale. A seguito dello stato di agitazione proclamato lo scorso 4 novembre, l’iniziativa dello sciopero dell’11 prevede l’allestimento di un presidio all’ingresso dell’azienda a Chiuppano, nel rispetto delle misure di contenimento da contagio per COVID.

I metalmeccanici sono già provati dalla sospensione della trattativa nazionale per il rinnovo del loro Contratto di Lavoro, scaduto a dicembre 2019. La controparte non intende riconoscere le rivendicazioni contrattuali presentate ormai un anno fa, indebolendo di fatto un settore che rappresenta la spina dorsale dell’industria manifatturiera italiana. 

Oltre a ciò, alla Direzione di ASFO i lavoratori chiedono un cambio di rotta, attraverso azioni concrete: a parole, fino ad oggi, non si sono prodotti effetti credibili.

Chiuppano, 11 novembre 2020

FIM Cisl Vicenza e FIOM Cgil Vicenza e RSU Asfo Chiuppano

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