Consiglio Veneto: Zanoni, “Opposizione imbavagliata, urgente modifica allo statuto”

Consiglio Veneto: Zanoni, “Opposizione imbavagliata, urgente modifica allo statuto”

Venezia, 27 settembre 2020 – Abbiamo aspettato qualche giorno per parlarne, perché questa riflessione suggerita dal consigliere regionale Andrea Zanoni del PD non scivolasse via come tanti commenti sulle elezioni regionali che in Veneto hanno visto trionfare Luca Zaia (e le liste che lo hanno sostenuto) in modo plebiscitario con il 76% dei voti, contro il primo degli otto sfidanti Arturo Lorenzoni che si è fermato al 16,5%. Terzo Enrico Cappelletti (sostenuto da M5S) al 3,1% e tutti gli altri sotto l’1%.

Insomma abbiamo aspettato perché questa nota parla di una situazione molto importante per garantire la democrazia in Veneto.

Il Consiglio regionale sarà composto da 41 consiglieri di maggioranza (più il presidente eletto Zaia) contro 9 della minoranza (compreso Lorenzoni, primo dei candidati a presidente perdenti). In tutto sono 51 i posti a Palazzo Ferro Fini. Il M5S è fuori perché non ha raggiunto il 3% (sbarramento).

E se andiamo ad analizzare le presenze sul territorio vediamo che sia Rovigo sia Belluno non hanno rappresentanti tra i consiglieri di minoranza.

E già stiamo parlando di una situazione grave. Questo rischio era stato sottolineato nella legislatura con la presidenza di Clodovaldo Ruffato, dal consigliere feltrino Dario Bond, quando il numero dei consiglieri fu ridotto da 61 a 51 per Statuto.

A questo fatto che riguarda la rappresentanza territoriale, si aggiunge che lo statuto e il regolamento non sono stati progettati per maggioranze plebiscitarie. Ad esempio è previsto che le mozioni di sfiducia nei confronti degli esponenti della Giunta Regionale debbano essere sostenute da 1/5 o 1/4 dei consiglieri eletti, ovvero 11 o 13 consiglieri. Numeri che le minoranze tutte assieme non raggiungono, in quanto il plotoncino al seguito di Arturo Lorenzoni (coalizione di centro sinistra) sul Canal Grande conta 9 unità. Questo fatto fa dire a Zanoni che con questi numeri “l’opposizione in Consiglio regionale è imbavagliata” e che sia assolutamente necessario, immediatamente e in nome della democrazia, ritoccare Statuto e Regolamento.

E non sarà facile: ricordiamo il grande ed impegnativo lavoro realizzato dalla commissione Statuto presieduta da Carlo Alberto Tesserin e concluso oramai 7 anni fa.

LA NOTA DI ZANONI

Zanoni (PD): “Con questi numeri opposizione imbavagliata: urgente la modifica di Statuto e Regolamento e la loro applicazione integrale. Ma la maggioranza stia tranquilla: le daremo filo da torcere”

“Con questa legge elettorale e visti i risultati, i consiglieri di opposizione avranno un bel bavaglio. Nella prossima legislatura infatti non potranno utilizzare molte prerogative previste invece da Statuto e Regolamento. Credo che siano indispensabili modifiche in modo da garantire alla minoranza il ruolo che le spetta e anche la loro integrale applicazione: dopo tutto stiamo parlando del voto di 385mila veneti”. A dirlo è il neoconsigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni, rieletto a Palazzo Ferro Fini nel collegio di Treviso.

“L’elenco degli strumenti negati è lungo: mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione, mozione di sfiducia nei confronti dell’Ufficio di Presidenza, mozione di riserve nei confronti di singoli assessori della Giunta, richieste di audizioni in commissione, richiesta  di convocazione della conferenza dei capogruppo o del Consiglio regionale, convocazione delle commissioni.  Per esercitare questi poteri la minoranza ha infatti bisogno, a seconda dei casi, di un quinto o un quarto dei componenti delle Commissioni e Consiglio, ovvero 13 o 11 rappresentanti. Visto però che gli eletti sono nove (sei PD, due Veneto che Vogliamo e uno Europa Verde), sarà impossibile. Indipendentemente dal margine di vittoria e dal premio di maggioranza, chi sta all’opposizione deve sempre avere la garanzia  di poter svolgere in maniera adeguata il proprio ruolo. Avevamo denunciato a suo tempo i pericoli della legge elettorale e, purtroppo, abbiamo avuto ragione”.

Ma, a proposito di Statuto, Zanoni insiste anche per una sua completa applicazione: “L’unico strumento rimasto sulla carta, a distanza di otto anni dall’approvazione in Consiglio, è la Commissione di garanzia statutaria che è esplicitamente prevista. A settembre 2018 è stato depositato il Pdl di cui sono primo firmatario, sottoscritto da Pd, Civica per il Veneto, Leu e IiC, ma la maggioranza non ha ritenuto di doverlo portare in aula, lasciandolo chiuso nei cassetti. Perché questa contrarietà all’istituzione di una squadra ‘super partes’ composta da tre giuristi che possa fornire al Consiglio dei pareri in caso di controversie non condizionati dall’appartenenza partitica? Non ci arrendiamo e sarà una delle prime proposte che come Pd presenteremo nella prossima legislatura, insieme alla richiesta di rendere pubbliche le sedute delle commissioni consiliari, con la possibilità di seguirle in streaming”.

“In ogni caso – assicura Zanoni – non faremo sconti, utilizzando le armi a disposizione in Consiglio, come le interrogazioni, e fuori, continuando a incontrare i cittadini come ho fatto negli ultimi cinque anni, ascoltando i loro problemi e portando alla luce le troppe e spesso nascoste lacune delle politiche leghiste. Posso assicurare che daremo filo da torcere alla maggioranza e le faremo vedere i sorci verdi, nonostante i numeri a Palazzo Ferro Fini”. (fonte: ARV)

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