Attentato alla dieta mediterranea: lo “denuncia” Terranostra

Attentato alla dieta mediterranea: lo “denuncia” Terranostra

Venezia Mestre, 24 novembre 2020 – “La pandemia ha imposto un cambiamento radicale delle abitudini di vita e di consumo – afferma Diego Scaramuzza presidente di Terranostra – che ha avuto effetto anche sulla bilancia, dove la tendenza a mangiare di più, spinta dal maggior tempo trascorso fra le mura di casa, non è stata compensata da una adeguata attività fisica”.

“Computer, divano e tavola hanno, infatti, tenuto lontano dal moto e dallo sport – rileva Scaramuzza –  addirittura il 53% degli italiani”.

“L’emergenza sanitaria ha influenzato anche la pausa pranzo oltre la metà dei lavoratori si porta il pranzo per consumarlo sul posto di lavoro a distanza di sicurezza dai colleghi, un altro 27% – continua – va a casa a mangiare mentre un 2% si fa consegnare il cibo direttamente in ufficio e un ulteriore 5% va a prenderlo d’asporto”.

Appena il 4% delle persone approfitta della mensa aziendale – precisa la Coldiretti –  e solo il 9% si reca nei bar e ristoranti.

Scaramuzza sottolinea che la ricerca della sicurezza alimentare e qualità è la priorità dei cittadini, e ricorda l’impegno di molti operatori agrituristici nella consegna di “menù a kmzero” direttamente presso le aziende.

“Un servizio nato durante il lock down ma continuato grazie alla disponibilità della task force dei produttori di Coldiretti e Campagna Amica che oltre alla consegna della spesa e piatti pronti a domicilio portano le tipicità cotte e pronte nelle mense di fabbriche per operai e collaboratori”

LA TENDENZA NEL TRIVENETO

Da rilevare – avverte Scaramuzza – che proprio il Nord Est, quartiere generale dell’happy hour, fa i conti con le nuove tendenze alimentari dettate soprattutto dal rispetto delle ordinanze. Facile imbattersi nei banchetti in stile anglosassone o alla maniera americana. I giovani soprattutto, beffano il coprifuoco  tra brunch e slunch. 

Nel primo caso il pasto viene servito generalmente tra le 11.00 e le 15.00 ed è composto da tutti gli elementi tipici di un breakfast dolce, con l’aggiunta di carni fredde, salumiformaggi, torte (dolci o salate) o frutta.

Nella fascia orario successiva fino alle 18.00 nei bar con plateatico e posto all’aperto (anche se il caminetto sarebbe più consigliato) arriva la “colazione rovesciata”  (upsidedown) una sorta di merenda senza regole che sostituisce la cena.  

L’entré dello Slunch è per definizione dolce, ma non a base di cioccolatini o biscotti, bensì pasticcini assortiti, ciambelle di diverso ordine, grado e grandezza con un finale rinforzato da parmigiane, sformati, pizze oppure soufflé, humus di ceci, con pane, crostini, grissini e salse varie abbinate a bibite, preferibilmente analcoliche o alla frutta, caffè o thè aromatizzati, carcadè.

“Va da sé – interviene il professor Roberto Volpe ricercatore del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) – che anticipare e rendere più sostanziosa la “vecchia” apericena che, al massimo, comportava qualche salatino o pizzetta di accompagno a un calice di vino o a un aperitivo alcolico o analcolico con le nuove mode comporta non solo un maggior introito di calorie, ma il forte rischio, ritornati a casa, di rimettersi a mangiare qualcosa ancora in occasione della cena in famiglia o, più tardi, essendo passate troppe ore dallo slunch”.  

In attesa della normalità – conclude Diego Scaramuzza – meglio appellarci alla tradizione contadina con i prodotti simbolo della Dieta Mediterranea come verdura, frutta e olio. Ma anche la pasta casalinga, altro “must” tutto italiano, apprezzata sempre di più,  come dimostrano anche gli incrementi a doppia cifra fatti registrare nel 2020 dagli acquisti di uova e farina, cresciuti rispettivamente del 22,1% e del 59%.

(fonte: Coldiretti e Terranostra)

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