Venezia Mestre, 11 novembre 2020 – Questa sera la magistratura veneziana ha inflitto complessivamente 130 anni di reclusione nel rito abbreviato che vedeva imputate 25 persone coinvolte a vario titolo nel caso riguardante le infiltrazioni della camorra (clan dei Casalesi) nell’area del Veneto orientale. Hanno scelto il rito abbreviato (con sconto della pena di un terzo) una serie di imputati, già uomini di fiducia del boss Luciano Donadio, che avrebbero scelto di collaborare con la procura della Repubblica di Venezia. Tra loro l’imprenditore di Sandonà Cristian Sgnaolin condannato a 5 anni e 10 mesi. Sempre per associazione mafiosa sono stati condannati a 6 anni di carcere Girolamo Arena, a 6 anni e 6 mesi Antonio Puoti e addirittura a 12 anni Antonio Basile. Con loro anche un uomo delle forze dell’ordine e un avvocato: per l’agente Moreno Pasqual 5 anni di carcere per aver passato informazioni ai boss, e all’avvocata Anna Maria Marin 8 mesi di reclusione per favoreggiamento nei confronti del boss inquisito che assisteva come difensore.
Graziano Teso, ex sindaco di Eraclea, è stato condannato a 3 anni e 3 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa
Nel cosiddetto processo ai Casalesi la Cgil si era costituita parte civile. In sintesi Silvana Fanelli (Cgil Veneto) e Francesca Salviato (Cgil Venezia): “La condanna al risarcimento dei danni alle parti civili, e quindi anche alla Cgil, ha una forte valenza simbolica“
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