Vicenza, 26 giugno 2020 – E’ la notizia del giorno arrivata ieri in tarda serata da Roma e per molti giornali non è stato possibile metterla in pagina e commentarla. Ieri il Senato ha annullato la delibera sul taglio dei vitalizi, provvedimento approvato all’inizio della legislatura su un’azione di pressing parlamentare da parte del Movimento 5 Stelle, che del taglio dei vitalizi da sempre ne ha fatto una bandiera.
Palazzo Madama dovrà restituire tutto ciò che aveva tagliato sin dall’ottobre 2018.
“Ma quale colpo di coda della casta – commenta a caldo l’ex senatore Renato Ellero, vicentino ma veneziano di nascita -. Quello del M5S è solo una messinscena. Quei soldi ce li siamo pagati tutti. E se non sono convinti di questo sono pronto a dimostrarlo sul piano giuridico”.
“Ora lo Stato dovrà restituirmi queste somme per 18 mesi – spiega Ellero -, così come a tutti gli altri senatori e onorevoli” in quiescenza.
“Se si pensasse alla capitalizzazione di quel che abbiamo versato a suo tempo – prosegue Ellero -, si capirebbe che ci sono dovuti per il servizio che abbiamo reso alla Repubblica”.
E aggiunge l’insigne giurista: “Ho calcolato, grazie ad una compagnia assicurativa che se avessi versato il contributo che mi veniva chiesto dall’istituzione in modo privato, oggi, grazie alla capitalizzazione, prenderei di più di quel che mi passa lo Stato come vitalizio”.
SPIEGA l’AVVOCATO MAURIZIO PANIZ
L’ex deputato e avvocato Maurizio Paniz (che sta seguendo dall’inizio l’azione anti-casta in difesa di diversi parlamentari) ha affermato che la delibera è stata annullata perché ritenuta ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto dell’Unione europea.
In base al diritto comunitario di fronte a una situazione consolidata gli interventi di riduzione degli importi devono rispondere a cinque requisiti, nessuno dei quali era stato rispettato dalla delibera. E Paniz gli ha elencati: eccoli qui di seguito.
In primo luogo non deve essere retroattivo, mentre questo taglio lo era; non deve avere effetti perenni, come invece li aveva la delibera; non deve riguardare una sola categoria ma deve essere “erga omnes”, mentre qui si colpivano solo gli ex parlamentari; deve essere ragionevole, mentre questo taglio raggiungeva l’8% degli importi; infine deve indicare dove vanno a finire i risparmi che non possono finire nel grande calderone del risparmio, e anche su questo punto la delibera era carente”.