Ripristino delle preferenze e parità di genere, limite a due mandati consecutivi per gli assessori regionali, soglia del 37% perché il candidato presidente possa beneficiare del premio di maggioranza al primo turno (prevedendo, qualora nessuno dei candidati superi tale soglia, un ballottaggio con le norme delle elezioni comunali).
Sono questi alcuni dei punti principali del progetto di legge di modifica e integrazione delle norme di elezione del presidente, della giunta e del Consiglio Regionale Veneto, presentato oggi dal gruppo consiliare del nuovo Centro Destra.
Per quanto riguarda la parità di genere è prevista la possibilità di esprimere tre voti di preferenza, indicando nome e cognome, purché riguardino candidati di sesso diverso. Viene proposto il limite di due mandati consecutivi per la carica di assessore, mentre il terzo è consentito se uno dei due mandati ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno. Prevista anche la possibilità di un terzo mandato dopo un’attesa di un’intera legislatura.
“E’ un progetto”, ha detto il capogruppo, Giancarlo Conta, “che ha tutti i crismi di legittimità e costituzionalità e lo proporremo alle varie commissioni e all’aula. Dove avanzeremo anche la proposta di un collegio unico regionale, anziché i sette provinciali”. “Quando abbiamo approvato la legge 5 del 2012 eravamo convinti che fosse un’ottima norma elettorale, rispetto ad un quadro politico bipolare”, ha commentato Carlo Alberto Tesserin. “Ma oggi quel quadro politico è saltato e quindi adesso risulta superata. Tecnicamente la Giunta vi ha messo mano, ma noi lo facciamo ulteriormente, per garantire la certezza di poter governare, anche a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha sottoposto a censura alcune norme relative all’elezione dei componenti di Camera e Senato e in particolare per quanto riguarda le norme relative al premio di maggioranza . La scelta della soglia del 37% da noi fatta si rifà alla legge approvata alla Camera e giacente al Senato, prevedendo però un premio che porti al 57% dei seggi anziché al 52% e quindi 28 consiglieri sui 49 eletti, che darebbero alla Regione certezza di governabilità”.
“E’ una provocazione politica che vuole però essere la base per una discussione”, ha aggiunto il vicepresidente della Giunta, Marino Zorzato. “E la basiamo sui nostri principi, essendo noi per le preferenze e sulla parità di genere. Poniamo poi la questione di Belluno e Rovigo, che allo stato delle cose non avrebbero oggettivamente una rappresentanza completa”.
Un appello agli altri gruppi politici del Consiglio l’ha fatto il Presidente Clodovaldo Ruffato, il quale ha sottolineato che “è necessario un iter veloce in Consiglio, perché credo che questo progetto di legge porti novità importanti, soprattutto per quanto riguarda la parità dei generi e la rappresentatività di tutti i territori del Veneto. Spero quindi che troverà l’avallo anche da parte degli altri gruppi consiliari, perché non possiamo arrivare a ridosso delle prossime elezioni regionali senza affrontare la relativa questione legislativa”.