Vade retro l’arancia araba! La scoperta alla Camera di Erik Pretto (Lega)!

Vade retro l’arancia araba! La scoperta alla Camera di Erik Pretto (Lega)!

Vicenza, 29 aprile 2020 – Sorpresa alla mensa della Camera dei Deputati per gli onorevoli leghisti e il vicentino Erik Pretto posta un’arancia sui suoi social network con etichetta in arabo. E scrive: “Oggi alla #Camera dei #Deputati abbiamo scoperto che evidentemente le forniture di arance per #Montecitorio non provengono dalla filiera agroalimentare italiana che le Istituzioni, prima di tutti, dovrebbero sempre tutelare. Abbiamo quindi formalizzato le nostre proteste: la #Lega è in prima linea per tutelare i prodotti della nostra terra 🌱”.

Ok legittimo. Però se fossimo nei panni del deputato Pretto ci impegneremmo in una ricerca un po’ più approfondita. Perché il nostro sospetto è che vi siano delle ragioni di mercato: le arance italiane sono di alta qualità e da quel che sappiamo noi giornalisti tra una visita alla fiera agricola di Verona, qualche conferenza stampa della Coldiretti del Veneto e una visita al grande mercato ortofrutticolo di Padova, abbiamo il sospetto che buona parte della produzione tricolore vada all’estero, per esempio sul mercato russo. Non resta, soprattutto fuori stagione, che acquisire arance sulle sponde del mediterraneo se la domanda interna lo richiede.

Immaginiamo però che a dar fastidio a Pretto e ai suoi commensali sia stata soprattutto la scritta in arabo sull’etichetta. Cosa che non fa onore a un onorevole veneto, figlio di una terra che per mille anni ha dominato e trafficato in tutto il Mediterraneo e in tutto il continente euro-asiatico! Nella Venezia dei dogi i mori e i turchi erano di casa!

2 Comments

  1. Erik Pretto

    Caro Francesco Brasco, difendo con orgoglio la mia posizione: le Istituzioni per prime dovrebbero difendere la filiera agroalimentare italiana acquistando prodotti nazionali, possibilmente di stagione. Prendo atto che Lei non condivide questa posizione: me ne farò una ragione. Ma forse dovrebbe essere Lei ad approfondire il comune sentire di tanti agricoltori anche del nostro amato Veneto. Farebbe certamente delle nuove scoperte.

    1. Redazione

      Qui non si tratta di comune sentire, ma del fatto che le arance italiane sono di qualità, vanno nell’export in buona parte (perché i nostri produttori italiani guadagnano di più) e in questa stagione sono finite: se le persone vogliono ancora farsi le spremute a fine aprile-inizi di maggio, è ovvio che le arance arrivino dall’estero (quando in Italia sono già finite). Personalmente non credo nell’autarchia: esisteva nel 20ennio ed era deleteria.

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