Risoluzione del Consiglio regionale su embargo russo e i parlamentari sono coesi

Il Veneto conferma il suo ruolo di capofila tra le regioni italiane per un’azione su Bruxelles affinché Commissione e Parlamento europei assumano adeguate misure di sostegno a ristorare le imprese, in particolare del settore agroalimentare, dei danni subiti per effetto all’embargo verso la Russia. Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato, ha infatti illustrato oggi a parlamentari e senatori veneti, che l’hanno unanimemente condivisa, una risoluzione, già approvata in Commissione Relazioni Internazionali, che impegna la Giunta regionale, Governo nazionale, Commissione UE e Parlamento europeo ad “attivare ogni utile, necessaria azione politico diplomatica per rimuovere e superare le cause e lo stato di sanzioni e di embargo ed assumere misure di sostegno adeguate a ristorare le imprese e i sistemi di filiera dei danni, contingenti e strutturali, subiti per effetto dell’embargo”.

All’incontro, tenutosi oggi a Palazzo Ferro Fini, sono intervenuti gli onorevoli Andrea Causin (Lista Monti), Mario Dalla Tor (NCD), Federico D’Incà (M5S), Roberto Caon (LN), Silvia Benedetti (M5S), Arianna Spessotto (M5S), i senatori Paola De Pin (Misto), Antonio De Poli (PI), Laura Puppato (PD), Giorgio Santini (PD), Paolo Tosato (LN), Giovanni Endrizzi (M5S) e i parlamentari europei Mara Bizzotto (LN) e Alessandra Moretti (PD). Presenti anche l’assessore Isi Coppola (PdL-FIV) e i consiglieri regionali Nereo Laroni (NCD), Carlo Alberto Tesserin (NCD), Diego Bottacin (GM), Stefano Falconi (LN), Giovanni Furlanetto (GM), Amedeo Gerolimetto (PdL-FIV), Arianna Lazzarini (LN), Bruno Pigozzo (PD), Lucio Tiozzo (PD).

“Si sta determinando – ha detto in apertura il Presidente Ruffato – una situazione molto difficile per il comparto agricolo nazionale e  in particolare Veneto. E le conseguenze non sono tanto nelle mancate esportazioni, ma soprattutto sulla struttura della rete commerciale costituita negli anni, ma che oggi in Russia viene sostituita da quella di altri paesi come Turchia e Cina. Viene vanificato un lavoro di anni finalizzato alla promozione e sostenuto anche con contributi pubblici. E non saranno certo i 125 milioni di euro stanziati da Bruxelles a ricompensare le perdite per le mancate esportazioni, per la perdita di competitività dei nostri prodotti e per la perdita di migliaia di posti di lavoro”. Ruffato ha sollecitato un intervento unanime per cercare di ridurre gli effetti di un embargo che in un mercato globale come l’attuale non serve. E’ necessario – ha ribadito il presidente del Consiglio Regionale – rivederne i termini, ma soprattutto è necessario rivedere i risarcimenti che l’Europa intende stanziare, perché 125 milioni di euro non sono certo sufficienti”.

Per l’assessore Isi Coppola non bisogna fare una riflessione solo su quanto il tessuto produttivo regionale stia perdendo con questo embargo, ma bisogna anche approfondire le conseguenze che questo produrrà sul “sistema-Italia”, che in questo momento viene messo in alternativa con altri. “Non focalizziamoci solo sugli indennizzi – ha detto l’esponente della Giunta – ma anche sulle conseguenze a lungo termine che si avranno e quindi sugli interventi strutturali che da subito si devono fare”. Da tutti gli interventi è emerso l’auspicio che venga trovata al più presto una soluzione diplomatica alla crisi ucraina, ritenendo l’embargo una risposta che penalizza soprattutto la nostra economia.

La Senatrice Laura Puppato, cha ha riportato in diretta un dialogo avuto con il ministro dell’agricoltura Martina, ha auspicato che l’intervento di Federica Mogherini – appena nominata agli affari internazionali dell’Unione europea – possa portare ad una modifica per uscire da una situazione pesantissima e soprattutto che il Consiglio dei Ministri avanzi la richiesta di avere da parte dell’Europa contributi retroattivi, ovvero partendo dall’inizio dell’embargo.

Per Andrea Causin quello che sta accadendo a seguito della cosiddetta “guerra degli embarghi” non è una questione isolata alle tematiche agro-alimentari, ma è un problema che contrappone occidente europeo e Federazione Russa, e l’unica possibilità di confronto, al di la di quella armata è sul piano economico e delle sanzioni, rispetto alle quali è necessario trovare le giuste compensazioni su scala geo-politica.

Il senatore Giovanni Endrizzi ha espresso perplessità sul fatto che debba essere la Regione a prendere l’iniziativa, per un problema su cui stanno pagando i territori più di quanto stia pagando la Russia.

L’europarlamentare Mara Bizzotto ha invece sottolineato la forte preoccupazione per una situazione che colpisce in particolare le aziende venete, “per cui – ha ribadito – è necessario agire con iniziative di buon senso , riconsiderando le sanzioni europee e rivedendo la quota stabilita per le compensazioni”.

Per Alessandra Moretti,europarlamentare, è necessario rivedere il modello di sviluppo per difendere il marchio del “Made in Italy”, e per farlo serve, tra le altre cose, un’azione di lobby e di relazione tra i diversi livelli di governo.

“Ognuno faccia la propria parte – ha detto – perché noi saremo tanto più autorevoli a livello europeo se riusciremo a fare quelle riforme strutturali che necessitano al nostro paese”. “L’errore di fondo – ha detto Paolo Tosatto – è stato quello di adottare iniziative che si sono rivelate un boomerang e che non hanno avuto alcun effetto concreto”.

Per Alessio Alessandrini gli embarghi sono sempre serviti a poco, ma gli strumenti a disposizione oggi non sono in effetti molti. In questa situazione è necessario avviare un processo innovativo del nostro sistema, perché non è più sufficiente la qualità dei prodotti. La seduta, affollata e seguita con estremo interesse (con oltre cinquanta presenze) si è riaggiornata alle prossime settimane, ben sapendo che il 3 e 4 settembre si riuniranno a Bruxelles i ministri dell’agricoltura dell’Unione europea, in seduta di lavoro insieme al commissario.

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