Il professor Bertolissi in Consiglio Veneto sulle proposte di legge elettorale

Il professor Bertolissi in Consiglio Veneto sulle proposte di legge elettorale

il professor Mario Bertolissi

il professor Mario Bertolissi

Le cinque Proposte di Legge di modifica alla legge regionale per l’elezione del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale, attualmente all’esame della Commissione Affari Istituzionali, presieduta da Costantino Toniolo (NCD), sono state al centro dell’audizione che i commissari regionali hanno avuto con il prof. Mario Bertolissi. Si ricorda che le proposte presentate sono la n.436 primo firmatario il consigliere Moreno Teso, la n.452  primo firmatario Giancarlo Conta, la n.463 primo firmatario Lucio Tiozzo, la 464 primo firmatario Leonardo Padrin e la n.465 primo firmatario Giovanni Furlanetto.

Per Bertolissi le proposte di legge toccano due ordini di problemi, il primo meramente politico quando i progetti di legge affrontano temi come le preferenze, la parità di genere, la soglia di sbarramento, l’attribuzione dei seggi e l’elezione del Presidente con ricorso al ballottaggio. Il secondo problema è relativo alla conformità delle proposte al dettato costituzionale, laddove queste vanno ad incidere sull’elettorato passivo, limitando, con decorrenza retroattiva, a soli due mandati l’elezione dei consiglieri regionali.

A questo proposito Bertolissi ha fatto riferimento anche a Presidente ed Assessori, che, come previsto dalla Legge regionale n.5/2012, non possono ricoprire tale carica per più di due mandati, sottolineando che tali norme, per giunta retroattive, di fatto vanno a cozzare con il principio costituzionale di eguaglianza e quello di accesso alle cariche pubbliche, che non pone alcun limite.

Bertolissi ha poi sottolineato che la questione è resa ancor più difficile dal fatto di discuterla a ridosso delle elezioni regionale della prossima primavera, per cui eventuali ricorsi e impugnazioni da parte del Governo potrebbero condizionarle. Una possibile soluzione per il professore potrebbe essere quella di  prevedere che le modiche entrino in vigore a partire dalla legislatura 2020/2025. La Commissione ha preso atto delle risposte del costituzionalista padovano, che hanno chiarito i termini formali e giuridici di un dibattito che nelle ultime settimane si era fatto decisamente infuocato.

(Fonte: ARV)

   

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