Le tutine di Star Trek oramai sono alla nostra portata. Infatti sembrano proprio uscite da un film di fantascienza le tute spaziali che si auto-modellano e sottili come una seconda pelle che si stanno progettando al Massachusetts Institute of Technology (Mit). Se oggi gli astronauti sono costretti a indossare ingombranti e scomode tute pressurizzate, in futuro potrebbero affrontare nello spazio
avvolti in abiti leggerissimi, elasticizzati e aderenti, modellati da minuscole pieghe leggermente in rilievo.
Entrare in una tuta di questo tipo sarà molto più semplice: basterà collegarla ad una fonte di alimentazione elettrica per ‘azionare’ le pieghe facendole contrarre in modo che la tuta aderisca perfettamente al corpo.
E’ una tuta pressurizzata a tutti gli effetti, in grado perciò di far lavorare gli astronauti in sicurezza e nello stesso tempo garantendo loro una grande libertà di movimento.
Toglierla è altrettanto semplice: basta applicare un piccola forza perché la tuta perda la sua aderenza. Le pieghe ‘attive’ sono in fase di sperimentazione nel laboratorio di Aeronautica, Astronautica e Ingegneria dei sistemi diretto da Dava Newman.
Ciascuna piega è realizzata in un materiale a memoria di forma, ossia un materiale che può essere deformato e in seguito riprendere la forma originaria, e si contrae in risposta al calore. L’obiettivo, ha spiegato la ricercatrice, ”è ottenere la stessa pressurizzazione delle tute tradizionali, ma applicando una pressione meccanica direttamente sulla pelle anziché utilizzare il gas”.